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Goldman Sachs: dov’è lo scandalo?

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Viene riportato con scandalo e stupore, quasi a significare un tradimento verso la fiducia degli americani, la notizia dei bonus miliardari e degli utili realizzati dalla più famosa banca d’affari del mondo: quella banca della quale incontrai un “family banker” sui generis una dozzina d’anni fa e che mi chiese di presentargli clienti che avessero un patrimonio da investire non inferiore a 10 mld.di lire di allora. Vecchia storia, serve a fare un po’ di folklore.
Torniamo agli scandali, ne parla il Corriere di oggi. Dove sarebbe lo scandalo, non è ben chiaro: Goldman Sachs ha restituito tutti i denari avuti dal Tesoro Usa, non ha utilizzato la possibilità di ingresso nel capitale dello Stato, ha semplicemente ricominciato a fare il proprio lavoro. Non si deve dimenticare che, nel pieno della tempesta che portò al fallimento di Lehman Brothers, a Goldman e ad altri attori protagonisti americani del mercato mondiale venne richiesto, con un atto di vera e propria moral suasion, di richiedere la licenza da banche commerciali, al fine di poter essere vigilate, ipso facto, dalla Fed.
Dunque stiamo parlando di una gloriosa istituzione finanziaria, che come tale punta al profitto (non ho ben capito a cosa dovrebbero puntare: ad un sano pareggio di bilancio? ad una diffusa beneficenza? a finanziare Onlus e Ong, preferibilmente ecologiche e terzo mondiali?), che ha ricominciato a fare -bene- il suo lavoro. E per giunta, a differenza di prima, vigilata. Dov’è dunque lo scandalo?
Forse lo scandalo è nell’essere banca, nella difficoltà, per chi guarda il lavoro bancario, di comprendere che, anche in quel caso, si tratta di perseguire l’equilibrio economico, rispettando il vincolo dell’equilibrio finanziario e patrimoniale. Cosa che non è sempre avvenuta in passato, come la crisi dimostra: ma è insopportabile il moralismo di chi si scaglia continuamente contro le banche, peraltro spesso indifendibili, dimenticando che fare soldi piace a tutti. E che, proprio per questo motivo, si assiste continuamente a fatti riprovevoli: si pensi solo al bizzarro, ma significativo esempio, dell’architetto personale dell’amministratore delegato della Disney, cooptato nel consiglio di amministrazione al fine di porre le sue parcelle, certamente assai onerose, a carico degli azionisti.
Non si fa impresa per perdere, chi lo facesse sarebbe giudicato insano di mente: che poi si possa discutere sulla concezione di profitto e di utile, distinguendo fra mezzo e fine, è certamente vero. E varrà la pena farlo.
Non è vero, e non è accettabile, invece, che la voglia di trovare un cattivo a tutti i costi faccia delle banche il peggiore dei ceffi in circolazione. Non si tratta di simpatia per i gaglioffi, ma noi non siamo migliori di loro.

Di johnmaynard

Associate professor of economics of financial intermediaries and stock exchange markets in Urbino University, Faculty of Economics
twitter@profBerti

9 risposte su “Goldman Sachs: dov’è lo scandalo?”

Dici bene, a tutti piace guadagnare, ed e’ giusto che ognuno possa farlo, senza pero’ farne pagare le spese a qualcun’altro.. o no? Poi, come mai la Goldman ha venduto il 40% delle sue azioni di BP (Gold e BP avevano lo stesso presidente, esecutivo e non, ma aveva i piedi in tante paia di scarpe) 3 settimane prima dello scandalo del pozzo di petrolio? ti sembra il comportamento di una azienda corretta? Ti sembra corretto che la Goldman si sia tuffata nel mercato dei derivati alimentari impennando i prezzi dei generi alimentari di prima necessità nel mondo, e affamando letteralmente molti paesi? (il fatto che sia colpa sua l’aumento dei prezzi e dimostrato dal non-aumento del prezzo di due beni, come patate ed un’altra cosa, i quali contratti di vendita non erano stati trasformati in derivati). In oltre, ti sembra giusto voler continuare a guadagnare quando e’ chiaro che si fa un danno ad altri, nonostante tutti loro navighino letteralmente nei soldi? a che scopo si guadagna oltre cio’ che serve per poter estinguere ogni sfizio nostro e delle nostre generazioni future? Ti chiedo di rifletterci e se ti va di darmi anche una risposta. Io credo che quelli della Goldman non siano altro che puri e semplici criminali, altro che banchieri.

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Non penso che quelli di Goldman Sachs siano santerellini, come non penso lo siano molte altre banche d’affari. Sono tuttavia molto infastidito dal facile moralismo di chi spara sempre e solo sulle banche, dimenticando che vi sono molti altri che fanno affari in maniera più o meno lecita. Ecco, diciamo che vorrei solo che ci fosse meno moralismo e più realismo, che non significa accettare tutto, significa non ergersi a giudici di chi fa il male pensando di essere perfetti e privi di peccato originale. Quello ce l’abbiamo tutti.
Ciao e grazie.

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Grazie per la risposta prima di tutto.
In ogni caso io mi sento pienamente in diritto di giudicare in maniera pessima il loro operato, ed anche di credere che siano in gran parte il “male” presente nel mondo.
So che sembra una affermazione assurda, ma volenti o nolenti tutto gira intorno ai soldi, le guerre sono fatte per soldi, per sollevare paesi da crisi causate da speculazioni finanziarie (Loro, non io e nemmeno te, spero), anche quelle che sembrano faide tra antiche tradizioni hanno sempre, e dico sempre, dietro una forza che spinge alla destabilizzazione finquando poi la cosa non va avanti da sola!
Ovvio che un esame di coscienza non farebbe male a nessuno, ma credo che i danni creati da quelle istituzioni, e quelli creati dal peggiore di coloro che le criticano nella maniera che a te non va giu’, siano assolutamente di una portata differente (a prescindere, ovvio, da chi le critica per motivi finanziari e di mercato, mi pare scontato). Per questo non voglio che una critica nei loro confronti passi per il “cercare la pagliuzza nell’occhio di quell’altro” perche’ cosi’ sarebbe come sminuire il problema.
Grazie per lo spazio messo a disposizione, ti posso assicurare che non e’ da tutti.

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Lei dice che non è paragonabile il danno che deriva dal languore delle banche per gli utili, con quello causato dal comportamento scorretto di un qualsiasi cittadino.
Certo, nella sua posizione relativa, il contribuente più di tanto non riuscirebbe a sottrarre alle entrate dello Stato, a discapito di tutta la collettività, per esempio non battendo scontrini. Per di più, nonostante l’illecito, questi continuerebbe a dormire tranquillo la notte, vista l’elevata diffusione del “mal comune”.

Spesso è difficile giustificare l’operato di certe banche, è vero, però non mi sento di puntare il dito su qualcuno solo per il “quantum”, perché relativamente a quelle situazioni, forse ciascuno di noi riuscirebbe a fare anche di peggio.
Poi in alcuni casi, per fortuna, subentrano la coscienza e la responsabilità personali.

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Beh ma scusi, come si fa a dire al contribuente che magari non puo’ permettersi di fare una settimana di vacanza, o anche di comprarsi una frivolezza come una macchina che gli garba, quando a tutti i livelli sopra di lui la gente ruba per avere solo ed esclusivamente piu’ potere? Non so se riesco a spiegare la differenza.Non voglio certo giustificare chi evade le tasse, sempre che effettivamente le tasse siano necessarie per il NOSTRO bene e non per ripagare interessi sul debito pubblico, creato a volte a causa di ingerenze esterne delle banche ed altri istituti nella finanza dello stato (le dice niente George Soros? o magari i nomi Seki Mehmet Bayram e Peter Whittkamp??) in ogni caso chi evade gli scontrini lo fa per potersi permettere qualcosa in piu’ (sbagliando, si intende!), ma i direttori e tutti i consiglieri delle grandi banche, hanno già tutto cio che vogliono, non avrebbero bisogno di falsificare i bilanci ad esempio mettendo al passivo il valore NOMINALE delle banconote, quando in realtà a loro costano qualche centesimo per carta ed inchiostro (da quando sono state svincolate da oro o altre valute), i piu’ grandi evasori in italia sono proprio le banche che si fanno scudo, del segreto bancario.. Con che coraggio si fa la paternale, a chi come mio nonno non faceva la fattura per poter garantire a mia madre un istruzione, ed una casa?? (gli hanno fatto pagare tutto cio che doveva allo stato, e noi abbiamo giustamente pagato fino all’ultimo centesimo). Secondo me quel “quantum” che lei non prende in considerazione e’ proprio la differenza fondamentale. Sul fatto che in molti, mettendosi nei loro panni, farebbero di peggio, non ci sono assolutamente dubbi.. ma se ci sono dei problemi si risolvono, e se si ripropongono, si risolvono di nuovo! quando capiranno che in certe posizioni non ci si puo’ permettere di sgarrare, non si sgarrerà piu’.. a mio avviso.

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Innanzitutto credo che ciascuno di noi sia libero di scegliere il lavoro che meglio collimi con le proprie esigenze, quindi, nella logica di uguaglianza sostanziale, possa cercare di costruirsi una posizione tale da permettersi l’auto e la vacanza che preferisce. Non sopporto le vittime e chi si lagna di ciò che non ha, restando aggrappato ad uno stile di vita di tipo assistenzialista.
Il potere, come eccezione agli assiomi della teoria, è uno dei pochi beni ad avere utilità marginale crescente e del quale alcuni, arrivati a certi livelli, potrebbero sentirsi mai sazi. Lo stesso contribuente evasore, posto davanti ad una tentazione più cospicua, potrebbe diventare un vero e proprio criminale.
Il truffatore va punito senza sconti, ma la prevenzione a certi “problemi”, come li chiama Lei, spesso non si raggiunge neppure attraverso infiniti papiri legislativi. E “quella del profitto subito e senza fatica è una tentazione con cui faremo i conti sempre” – come mi insegnò qualcuno – perché ci è strutturalmente connaturata. E sulla natura umana né io, né Lei abbiamo l’autorità o il potere di imprimere modifiche; al più possiamo educare le persone.
Ma stiamo discutendo mentre il padrone di casa è in vacanza e non mi sembra carino invadere ulteriormente questo spazio in sua assenza.

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—“possa cercare di costruirsi una posizione tale da permettersi l’auto e la vacanza che preferisce”

Beh non tutti possono scegliersi una posizione, spero che di questo ne sia convinto, e comunque se puo’ avere già tutto, come coloro contro i quali mi sono espresso prima, questa cosa non vale piu’.

—” Non sopporto le vittime e chi si lagna di ciò che non ha, restando aggrappato ad uno stile di vita di tipo assistenzialista.”

Non sopporto le vittime e’ veramente peculiare, mi impegno per intenderne il senso giusto che sicuramente le voleva attribuire.

Curiosa accezione di assistenzialista.. Non capisco proprio a chi si riferisce.
Secondo me godono di questo stile di vita coloro i quali, magari grandi economisti, si prestano a lavorare per gruppi quantomeno torbidi, di cui non ci sarebbe da fidarsi molto, dall’esterno, solo perche’ speranzosi nella sicura assistenza che il potere del gruppo, di cui si entra a far parte a prescindere dal “giusto o sbagliato”, puo’ garantire alla persona.
Non certo mio nonno (solo un esempio) che di assistenza ne ha trovata ben poca….

—“Il potere, come eccezione agli assiomi della teoria, è uno dei pochi beni ad avere utilità marginale crescente e del quale alcuni, arrivati a certi livelli, potrebbero sentirsi mai sazi. ”

Buona definizione (ma solo una definizione)…Questo giustifica per caso tutte le vittime che la corsa al potere, di pochi, ha creato, e crea? Spero che non la intenda cosi’..

—“Lo stesso contribuente evasore, posto davanti ad una tentazione più cospicua, potrebbe diventare un vero e proprio criminale.”

E’ una altra scusa, come la definizione di potere che mi ha dato prima. Gli ebrei avrebbero potuto prendere il controllo della germania, e sono stati sterminati… (e’ solo un esempio, e vago, non voglio entrare nel merito ne prendere le parti di nessuno)
“Io dovrei ucciderla perche’ lei potrebbe uccidere me” (scusi la “durezza” ma rende l’idea. Lungi da me l’offenderla)
Capisce che la storia del “eh ma lui potrebbe….e allora lo faccio io ora” non ha senso, e se poi parla di educazione delle masse, con questi principi, non si va da nessuna parte.

—“Il truffatore va punito senza sconti, ma la prevenzione a certi “problemi”, come li chiama Lei, spesso non si raggiunge neppure attraverso infiniti papiri legislativi”

Il Truffatore.. lei intende chi evade gli scontrini?.. si ci sto, per me ha ragione.. Ma voglio anche che vengano punite società come la BP ad esempio.. mi pare ovvio che nessun risarcimento sarebbe adeguato.. eppure sono convinto che rimarrà li, sempre col nome BP, e sempre con le solite persone al comando.. e non intendo il presidente (che e’ solo una facciata) quelli dovrebbero essere puniti.. vorrei che fossero punite anche tutte le società che hanno creato l’attuale crisi.. non le sembrerebbe giusto? o magari quelle che speculano sui derivati alimentari ? prima di chi non fa gli scontrini.. questo mi pare ovvio, e questo dovrebbe essere sostenuto anche da voi.

—“al più possiamo educare le persone.”

Tutto cio’ che ha scritto prima dell’ultima citazione (essa compresa) trova il mio accordo.

Ma se lei dice, educhiamo le persone, e poi, come sappiamo, la BCE chiede di tagliare sulla scuola (chissà come mai, alla luce di questa discussione), e che questo governo, che si suppone dovrebbe tappare la crisi, la scuola la sta facendo a pezzi, privilegiando, come al solito, interventi di privati con le scuole private (nei quali e’ piu’ semplice il controllo da parte di grossi gruppi.. anche se non direttamente la goldman per carità, ma basta avere dei soldi, e a quella scuola si fa fare quello che si vuole..) , allora c’e’ qualcosa che non va.. non si puo’ educare tagliando.

Non sapevo che il padrone di casa fosse in vacanza, se riterrà potrà cancellare questi commenti. Spero comunque di non disturbare..

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Non mi permetterei mai di fare considerazioni direttamente su di Lei o sui Suoi famigliari, visto che non La conosco.
Quello che intendevo dire è che ci sono persone che possono godere di condizioni più agiate a fronte di un lavoro faticoso e un impegno costante. Altri, invece, sono molto bravi a lamentarsi dello status di minor benessere in cui si trovano senza, però, essersi mai messi in gioco per ottenere ciò che vorrebbero. E nel rilevare queste differenti situazioni, normalmente frutto di proprie scelte, ritengo che la responsabilità personale vada comunque considerata come una importante componente del nostro operato, sia che riguardi soggetti al vertice di grandi istituzioni, sia che faccia riferimento al povero contribuente.
Lei dice che chi ricopre posizioni di potere abbia già tutto (in termini di beni materiali, si intende), ma questa affermazione è relativa alla Sua prospettiva, ai Suoi standard.
Il mio pensiero non è rivolto alla ricerca di scappatoie affinché chi ha commesso reati sia giustificato, mi ha frainteso. E’ pacifico che chiunque compia azioni che siano effettivamente giudicate illegali vada sanzionato. Sto solo cercando di condividere con Lei il motivo di certi comportamenti, cos’è che ci spinge ad agire in questo modo. Le stesse caratteristiche accomunano tutti noi, non solo gli altri, i cattivi. Per di più, in molte situazioni, il confine tra ciò che è lecito, e ciò che invece non lo è, risulta essere talmente sottile che l’unica salvezza sembrerebbe quella di poter contare sulla consapevolezza e sulla responsabilità delle persone. In questo senso, l’educazione è fondamentale.
La parola ”educazione”, che in italiano, diversamente rispetto all’inglese, non coincide con il termine “istruzione”, è lo strumento con il quale possiamo guidare le persone a far bene il proprio lavoro, a volgere le competenze verso una condotta che tenga in considerazione anche l’altro, mirando ad avere sempre in mente il significato finale per quello che si sta facendo.

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@Celeste N. & Jacopo.
Intanto grazie per avere scritto e commentato, la mia assenza non vieta né impedisce alcunché. I commenti vengono filtrati ai fini di evitare lo spam o stupidaggini, finora mai avvenute. Per cui è stato facile -e l’ho fatto ben volentieri- “approvare” a distanza i commenti, usando l’I-phone si fa questo è altro. Ho riletto, dopo quasi un anno, il post che scrissi su Goldman Sachs e lo riscriverei allo stesso modo. Non avendo perso il contatto con la realtà, in questi giorni di relax, ho letto, ad esempio, di Marchionne, che ha detto alcune cose agli operai polacchi, salvo poi non mantenerle. E non mi interessa parlare di Fiom-CGIL, dal cui schematismo ed ideologia sono lontanissimo, mi interessa parlare di un uomo, il CEO con il pullover, che per il mainstream giornalistico e non solo va per la maggiore, ma che sta usando criteri che non condivido. E allora? Oggi provo a dare una risposta con un post, per ora dico solo che la vera questione, per non parlare sempre degli altri o buttare loro la croce addosso, l’ha sottolineata Celeste, quando ha parlato di educazione.
Grazie ancora a tutti.

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