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Banche Felicità

Eccessi verbali (le banche che distruggono la vita?)

Sul Forum del Corriere della Sera tenuto da Isabella Bossi Fedrigotti non ho potuto fare a meno di leggere questo post. Che riporto, integralmente, per la tristezza che mette, per la compassione che genera, perché chi parla è accecato da qualcosa che non possiamo sapere ma che non tiene conto di tutti i fattori in gioco, perché generalizza e banalizza. E questo non aiuta mai a giudicare l’esperienza umana, qualunque esperienza, cioè a darle un senso.

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Banche Bolla immobiliare

Un’operazione da manuale…

…con soli 3 giorni di ritardo.

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Banche Banche di credito cooperativo

Festa dei soci.

La sede della Bcc di Monastier e del Sile

Oggi ho avuto la fortuna e l’onore di essere invitato a parlare alla Festa del Socio della Banca di Credito Cooperativo di Monastier e del Sile.

Ho visto facce vere, di gente vera, che a partire da una mossa della propria libertà decide di donare, gratuitamente, tempo, denaro, cultura -ovvero modo di vedere la vita- per non restare intrappolata nell’individualismo.

Ho visto facce di gente che lavora per musei del territorio, donati da persone senza altro scopo che creare valore per il territorio, non per le proprie tasche o quelle dei manager. Ho avuto modo di riflettere sulle ragioni di tutto questo, prima di tutto per me stesso, a partire da quanto affermato da Benedetto XVI nella sua Enciclica più recente:“Senza la verità la carità scivola nel sentimentalismo. La verità libera la carità dalle strettoie di un emotivismo che la priva di contenuti relazionali e sociali.”

Dico grazie per tutto questo.

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Università

Abbiamo già dato, pensavo: mi sbagliavo.

Una banda di teppisti cerca di rubare in una cooperativa universitaria della Statale di Milano, tra l’altro non pagando centinaia di fotocopie. Contestati, i giovinastri prendono a calci quattro ragazzi e una ragazza che lì lavorano. Due teppisti vengono arrestati. Altri messi agli arresti domiciliari. Si organizza una solidarietà degli ambienti estremisti di cui fanno parte gli aggressori. Vengono liberati, mentre la cooperativa Cusl chiude per le intimidazioni. Questo è quello che è successo e lo potete leggere nelle pagine interne, con articoli di taglio basso nei grandi quotidiani nazionali che di fatto considerano l’aggressione ai ciellini un episodio minore. I “redattori secondini” specializzati nel lavoro sporco al servizio dei pm militanti accompagnano così la propaganda goebbelsiana di Marco Travaglio contro la “Fogna delle libertà”. Chi non si allinea alla campagna giustizialista purificatrice è un Untermensch, un sottouomo, un Süss l’ebreo che può essere picchiato e derubato con ottime motivazioni. Chi compie questi gesti è al massimo un “compagno che sbaglia” da criticare talvolta solo perché non aiuta a sviluppare un adeguato movimento forcaiolo, non da denunciare perché pratica forme incivili di convivenza. Si tratta di episodi che i redattori militanti accodati ai pm militanti, possono mettere nel sottopancia delle cronache. Non siamo negli anni Settanta quando il fanatismo estremista aveva seguito di massa. Il mondo è cambiato. Ma gli estremisti di allora coprono i teppisti di oggi.

Ludovico Festa, Tempi

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Banche Borsa Crisi finanziaria Fabbisogno finanziario d'impresa Mariella Burani

Spegnere (?) il lavoro.

Dario Di Vico firma un articolo sul Corriere della Sera di oggi, prendendo come spunto la vicenda Sàfilo, azienda di eccellenza del made in Italy, che rischia di chiudere per colpa della cattiva finanza. I dati di bilancio di sono esposti nella sezione del blog Analisi e commenti.

Si tratta di dati, oggettivamente, molto migliori di quelli di un’altra eccellente malata del listino, Mariella Burani Fashion Group. Il fabbisogno finanziario non pare fuori controllo, la perdita è limitata all’anno 2008 e i debiti non hanno raggiunto le cifre stratosferiche del gruppo di Reggio Emilia. Forse l’allarme è eccessivo, forse la cattiva finanza, alla fine, non farà morire la Sàfilo (come tutti si augurano). O forse, più banalmente, si troverà un “cavaliere bianco” disposto a salvare l’azienda. Allarmi come quello di Di Vico meriterebbero avere ben altri destinatari, non la Sàfilo.

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Bolla immobiliare

Tanto minuscoli che non si vedono più.

Riducendo tutto all’orizzonte di questo mondo, vogliamo tenere tutto sotto gli occhi e portata di mano. Non occorre che ci sia un territorio essenziale e inesplorabile, un futuro per il quale il risparmio e l’accumulo di capitale non servono a niente, un punto di vista dal quale i nostri monumenti e grattacieli diventano tanto minuscoli che non si vedono più.

Fabrice Hadjadj, Réussir sa mort, Presses de la Renaissance

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Banche

European credit crunch

La BCE ha segnalato timori di credit crunch per famiglie ed imprese, alla luce di dati che evidenziano un -0,8% alle famiglie ed un -1,2% alle imprese, per il mese di ottobre nella zona euro.

Anche nell’ultima recessione di rilievo avvenuta in Europa, quella del 1992-1993, vi fu un rallentamento nell’erogazione del credito, ma non fu visibile e tangibile come lo è in questo momento storico. Le ragioni non sono, appena, quelle di una minore capacità pervasiva della crisi e dei suoi effetti nefasti, la vera differenza consiste nel fatto che, 17 anni fa, le banche non erano state protagoniste della recessione, non avevano i bilanci pieni di titoli tossici, non avevano fatto, esse per prime, danni. Erano, in sostanza, più liquide e, probabilmente, anche più patrimonializzate, perlomeno in rapporto ai rischi. Ora non lo sono. E si vede.

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Banche

Conti economici & comunicazione finanziaria.

In Borsa ci si annoia. E così Antonella Olivieri, sul Sole 24 Ore di venerdì 27 novembre, nel commentare la quotazione della matricola di Borsa Yoox spa, afferma che “una IPO non fa primavera”, dal momento che si tratta dell’unico collocamento di una società destinata al listino principale di Milano. I contenuti dell’articolo sono interessanti, così come lo è la spiegazione della formula competitiva adottata dalla Yoox -lo so, si dice business model, ma a me piace l’italiano- ed il fatto che, dopo la quotazione diventerà una public company. Ancor più interessante, proprio alla luce della larga diffusione che avrà il titolo, sarebbe stato conoscere, oltre che i dati economici, anche quelli patrimoniali e finanziari del Gruppo. Nel quotidiano confindustriale, invece, si riporta solo il Conto Economico, oltre che alcune spiegazioni sulle modalità di calcolo del prezzo. Che fanno venire in mente periodi dimenticabili della Borsa Italiana, ovvero quelli in cui le valutazioni erano fatte con i multipli. Multipli a parte, visto che Il Sole 24 Ore è il più importante quotidiano economico italiano, perché riportare solo il conto economico? Dal 1974 la legislazione italiana prevede che i bilanci siano composti da Conto Economico e Stato Patrimoniale. E di questi tempi chi fa informazione e comunicazione finanziaria dovrebbe sapere che i dati relativi a debiti e capitale investito sono, se possibile, ancora più importanti.

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Banca d'Italia Banche Imprese Indebitamento delle imprese PMI Sud Sviluppo

La Banca per il Sud 2

Marco Onado, commentando la presentazione di uno studio della Banca d’Italia sulla situazione dell’economia del Mezzogiorno, riporta l’attenzione, sia pure indirettamente, sulla questione “Banca per il Sud”, l’idea del Ministro Tremonti al momento attuale uscita, tuttavia, dall’agenda politica. La lettura dell’articolo è interessante, così come l’analisi della Banca d’Italia, che attribuisce il differenziale dei tassi rispetto al Nord del nostro Paese anche al peso della criminalità ed alla diffusa corruzione, oltre che al clientelismo.

Senza uscire dal seminato, dal momento che le Pmi italiane sono anche al Sud, si potrebbe ricordare che l’opacità e la mancanza di trasparenza nuocciono non solo alle imprese del Sud, ma anche a quelle del Nord, impegnate a “resistere” contro la cattiveria bancaria. Ma questo è solo un inciso. L’aspetto interessante, sia dello studio di via Nazionale, sia del commento di Marco Onado, è la lucida messa in evidenza che le banche non sono il motore dello sviluppo, ma che, al contrario, una realtà economica vivace e disposta ad investire nel proprio futuro crea, essa stessa, le banche. Se questo non avviene, forse sarebbe il caso di farsi qualche domanda, sia sulla natura degli (eventuali) incentivi da concedere, sia, soprattutto, su cosa dissuada imprenditori e società civile del Mezzogiorno dal promuovere, motu propriu, una banca. E che i banchi meridionali siano tutti falliti per assistenzialismo qualche riflessione dovrà pure indurla.

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Bolla immobiliare Crisi finanziaria Ripresa USA

Black friday & Dubai default

Nello stesso giorno l’economia si incarica di lanciare segnali per far capire che non è una scienza esatta, ma sociale, che studia i comportamenti personali e che dai comportamenti personali dipende.

Negli USA, il giorno dopo la festa del Ringraziamento -che non è una cattiva idea, anzi: ringraziare, ricordandosi che nulla è dovuto e che non ci siamo fatti da soli- si corre a spendere,  mutando il colore dei conti dei commercianti da rosso in nero. Da cui il titolo, borsisticamente funesto.

Gli USA mostrano, con la loro consueta enunciazione di fiducia nel consumo, che i centri commerciali sono i nuovi templi della religione laica del consumo, nel quale la popolazione americana si identifica. E il rilancio dei consumi è, indubbiamente, uno dei grandi motori, un volano fondamentale della ripresa economica.

Per Dubai, al contrario, anche se le dimensioni del buco appaiono colossali -ancor più considerando la sostanziale illiquidità delle attività immobiliari coinvolte- si parla addirittura di rischio di contagio sistemico, scomodando la preoccupazione circa la possibile insolvenza di altri paesi dalle economie deboli. Non si deve dimenticare, peraltro, che Dubai ha la (s)ventura di essere l’unico paese del Golfo senza petrolio. Il che non toglie che, se pure non si deve pensare che le difficoltà del paese arabo, sulle quali le autorità locali parleranno lunedì, si debbano ripercuotere ipso facto su altri paesi (Ungheria, Messico, Turchia, solo per citarne qualcuno). Il vero rischio appare, piuttosto, quello che altri paesi, incoraggiati dall’eventuale, possibile, accoglienza della richiesta di moratoria fatta dal paese del Golfo, dichiarino anch’essi di essere impossibilitati a pagare, ingenerando, a questo punto, un vero rischio di contagio sistemico. Come direbbero gli americani, siamo confidenti che non accada.