
E’ vero che anche a Torino hanno tagliato i costi. E’ vero che la Juventus è quella che è anche perché la Famiglia da tempo non ci mette denari, nè intende ricominciare -la quotazione di Borsa, un nonsenso sotto il profilo del business, ma non sotto il profilo del far cassa, sta lì a dimostrarlo- e dunque la politica del rigore, insieme al rilancio, non può che proseguire sulla strada tracciata da Marchionne. Però a Torino non hanno mai subito nello stesso anno (2009) ben 9 successivi richiami di autovetture in officina e oltre 7 milioni di ritiri da novembre. Si parla della politica di tagli e di risparmi maniacali (disattivazione del 50% degli ascensori e degli asciugamani elettrici nei servizi: non ci è dato di sapere nulla della carta delle calcolatrici, ma possiamo immaginarlo, abbiamo degli amici a Riccione, patria romagnola del braccino corto) messa in atto dall’ex-numero uno di Toyota, Katsuaki Watanabe. Risparmiare sulla qualità della componentistica per un’azienda che ha fatto del binomio qualità elevata/prezzo modesto il punto vincente della sua strategia commerciale, ha un solo nome: harakiri.