
A proposito di PIL della felicità, classifiche del benessere et alio.
Il Patrono di Rimini, San Gaudenzo, festeggiato il 14 ottobre, absit iniuria verbis, è stato bruciato e divenuto Martire in carne ed ossa.
La Patrona di Forlì, la Madonna del Fuoco, come spiegato nella storia di seguito, tratta da http://www.preghiereagesuemaria.it, in mezzo alle fiamme non ha fatto una piega nemmeno sotto forma di effigie cartacea.
La notte del 4 febbraio, la scuola dove insegna il Maestro Lombardino da Riopetroso, va in fiamme. Un improvviso incendio avvolge ogni cosa e tutto distrugge. La gente accorre spaventata, tenta di circoscrivere con ogni mezzo il fuoco, di salvare ciò che è possibile. Tra le fiamme appare miracolosamente illesa un’Immagine della Madonna, una semplice incisione su carta, incollata ad una sottile tavola di legno. L’incendio dura più giorni; al termine tra le macerie annerite rimane solo l’Immagine della Madonna. Le cronache ci riferiscono che il Maestro Lombardino è molto devoto. Seguendo le sue belle abitudini, gli alunni sono soliti recitare le preghiere ogni giorno, ed il sabato sera anche cantare le lodi alla Madonna davanti a quella semplice Immagine. L’inverno è particolarmente freddo e, sebbene i ragazzi di allora non siano abituati a molte delicatezze, in quell’inizio di febbraio si deve pensare a riscaldare la scuola, perché gli alunni possano scrivere sulle tavolette che tengono sulle ginocchia, e sciogliere le dita intirizzite dal gelo. Quell’anno poi le Ceneri, con l’inizio della Quaresima, cadono il 18 febbraio: mancano quindi ancora 8 giorni alla vacanza del Carnevale, ma i ragazzi già la sentono nelle loro vene! Quel mercoledì sera quindi escono in fretta dall’aula, senza assicurarsi bene che il fuoco sia completamente spento e non vi siano pericoli di incendio. Purtroppo una semplice favilla basta a sviluppare, indisturbata, il grande incendio. Di fronte all’Immagine della Madonna rimasta illesa tra le fumanti macerie tutti rimangono attoniti ed ammirati. Il fatto diventa di dominio pubblico ed il primo ad accorrere è il giovane Governatore, Legato del Papa, Mons. Domenico Capranica che, partecipando dei sentimenti della gente, ordina di portare in Duomo, con una solenne processione, l’Immagine miracolosa. Il Duomo è un antichissimo monumento del quale si parla già nel secolo XII, ampiamente rifatto poi nel Quattrocento. Inizialmente l’Immagine della Madonna del fuoco viene riposta nell’antica Cappella di S. Bartolomeo, e nel 1636 trasferita definitivamente nella ricca e bella Cappella, nella navata sinistra, costruita appositamente per venerare la Patrona della Città, e, alla fine del Settecento, rivestita di preziosi marmi. Sul grande arco di ingresso è raffigurato il “Miracolo della Madonna del fuoco” di Pompei Randi, mentre nella cupola è affrescata l’Assunzione, capolavoro di Carlo Cignani. Sull’Altare, una superba opera del Settecento, è custodita la preziosa incisione della Madonna con il Bambino detta la Madonna del fuoco, una delle più antiche incisioni su legno che si conoscano. L’incisione è a figure multiple: nel centro la Madonna incoronata tiene amorosamente tra le braccia il Bambino Gesù; a sinistra, in alto, vi è il sole e, a destra, la luna. Al di sopra, la scena della Crocifissione tra l’Angelo e la Vergine dell’Annunciazione. Ai lati della Madonna ed in basso, vi sono varie figure di santi.