
Giancarlo Barbieri, responsabile della rete di filiali di Monte dei Paschi, in un’intervista comparsa sul Sole 24 Ore di mercoledì 3 febbraio, sostiene che il portafoglio dei risparmiatori italiani sia “eccessivamente improntato alla prudenza. Adesso c’è lo spazio per attuare una maggiore diversificazione.” E ancora: “è il momento di guardare con fiducia a strumenti di risparmio gestito meno conservativi, (..) Montepaschi ha una piattaforma (sic) di consulenti molto preparata.”
I consulenti in questione non devono essere stati interpellati al momento dell’acquisizione degli sportelli di Antonveneta, e poi rivenduti per ragioni di antitrust, al di sotto del prezzo di costo. Ma, soprattutto, oltre che offrire “piattaforme di consulenti”, occorrerebbe offrire cultura ed educazione finanziaria, capacità di collegare i fabbisogni e gli obiettivi dell’investimento con gli strumenti, individuare correttamente la combinazione rischio-rendimento. Montepaschi è una grande banca, di grandi tradizioni. Ma le grandi tradizioni non salvano dal moralismo di certi bilanci sociali, di cui già si è parlato in questo blog: e, quel che è peggio, non garantiscono la capacità di assistenza al cliente, nei termini che dovrebbero servire, anzitutto, a lui.
Per la cronaca, il titolo Montepaschi nell’ultimo anno ha guadagnato il 10,3%, negli ultimi tre anni ha perso il 72,62%.
Una risposta su “Diversificare necesse est.”
[…] conto di tante cose, ma difficilmente riuscirà a controllare la sprovvedutezza di coloro che si comprano banche a prezzi d’affezione per poi doverne rivendere pezzi nummo uno, pressati […]
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