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Felicità Imprese Lavoro

Il perimetro geografico dell’infelicità.

Mario Sironi, Fabbrica

(..) È difficile separare dalla causa dal sintomo, la malattia dagli effetti collaterali. Se e quanto la sua decisione sia stata condizionata anche dalla recente separazione dalla moglie. Ma il suo gesto è stato inequivocabile, simile, quasi, a un giudizio inappellabile. Visto che Giuseppe Nicoletto, che aveva solo 40 anni, dopo aver ceduto a un conoscente la sua piccola azienda – il suo pezzo di sogno che qui in Veneto non è mai sradicato da un progetto familiare e comunitario – per impiccarsi ha scelto il magazzino della sua ex azienda. Potremmo chiamarlo mal di nordest, forse. Più che il solito male oscuro con cui si definisce in modo generico il mal di vivere. Che rimane sempre un mistero, quanto lo può essere l’origine e la fine di un’esistenza. In ogni caso, ciò che colpisce nel Veneto che resiste alla crisi, non è solo il perimetro geografico dell’infelicità – un triangolo fra Vicenza, Treviso e Padova – ma un altro dato: spesso, chi alza le mani in segno di resa avrebbe potuto anche non arrendersi.

Cristina Giudici, Il Foglio, 9 febbraio 2010

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Disoccupazione Felicità Lavoro

Non tanto il licenziamento, quanto il dover licenziare.

Villa veneta

Dall’inizio della crisi, dopo il settembre del 2008, c’è stata una catena di suicidi, tredici fino a oggi, la metà fra dicembre e gennaio, con intervalli sempre più ravvicinati, che stanno suscitando, nella patria dell’ottimismo, due tipi di reazioni: sconcerto e silenzio. Se ne parla poco, sottovoce, e infatti gli ultimi tre suicidi, avvenuti nell’arco di una settimana alla fine di gennaio e tutti nella sola Padova, sono stati quasi ignorati. Atti estremi commessi da imprenditori, professionisti, manager. Persone forse incapaci di accettare la gogna sociale del fallimento e che, davanti all’eventualità di non farcela, hanno preferito il salto nell’abisso. Persone che non temevano tanto il licenziamento, quanto il dover licenziare.

Cristina Giudici, Il Foglio, 9 febbraio 2010

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Felicità Lavoro

Il paesaggio della felicità.

Qualcuno ha definito il nordest il paesaggio della felicità. Economica e sociale, innanzitutto. Un confine geografico immaginario, che sui capannoni ha costruito una rete di benessere e di riscatto sociale, di innovazione e di idee che si potrebbe sintetizzare in una parola sola: impresa. Eppure, qualcosa nel mosaico nordestino si sta guastando. Tramontato il miracolo, qui non ci sono operai che salgono sui tetti per conservare il proprio posto di lavoro. Ma la crisi economica, seppure meno acuta rispetto al resto del paese, sta creando un disagio esistenziale inaspettato, che sta affiorando come il lato oscuro dell’etica imprenditoriale: il male del nordest.

Cristina Giudici, Il Foglio, 9 febbraio 2010

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Traduzioni.

Mario Gerevini, in un divertente e singolare articolo comparso sul Corriere Economia di ieri, parla di un caso trattato dall’Antitrust, relativo a due fratelli che con il medesimo nome, la stessa insegna e lo stesso oggetto sociale -pompe funebri- si fanno concorrenza sleale.

Riportando il commento di uno dei due fratelli al tentativo di conciliazione, Gerevini cita uno dei due, Massimo, che afferma:”Ho tentato di trovare un accordo con Fabio, ma lui mi ha detto “te me ciavi (mi abbindoli, ndr)” ed è finita lì.”

Sulla questione della concorrenza, non mi sentirei di esprimere pareri. Su quella linguistica, ho qualche perplessità sulla traduzione di Gerevini, che mi sembra soavemente molto lontana dalla realtà. Se crede, potrebbe provare a proporre ad una signora, veneta, se volesse essere, per l’appunto, abbindolata. Temo che riceverebbe uno schiaffone.