Mario Gerevini, in un divertente e singolare articolo comparso sul Corriere Economia di ieri, parla di un caso trattato dall’Antitrust, relativo a due fratelli che con il medesimo nome, la stessa insegna e lo stesso oggetto sociale -pompe funebri- si fanno concorrenza sleale.
Riportando il commento di uno dei due fratelli al tentativo di conciliazione, Gerevini cita uno dei due, Massimo, che afferma:”Ho tentato di trovare un accordo con Fabio, ma lui mi ha detto “te me ciavi (mi abbindoli, ndr)” ed è finita lì.”
Sulla questione della concorrenza, non mi sentirei di esprimere pareri. Su quella linguistica, ho qualche perplessità sulla traduzione di Gerevini, che mi sembra soavemente molto lontana dalla realtà. Se crede, potrebbe provare a proporre ad una signora, veneta, se volesse essere, per l’appunto, abbindolata. Temo che riceverebbe uno schiaffone.