
“Non ce la faccio ad andare avanti, chiudo l’azienda lunedì”, ripeteva spesso, ma poi arrivava sempre al lunedì successivo e nessuno è riuscito a intuire quanto fosse profondo il tormento celato fra le pieghe del suo pessimismo.
“Noi lo ripetiamo da mesi. La risposta alla crisi, alla stretta del microcredito, è l’accorpamento, creare una rete di aziende che possano diversificare la produzione e affrontare così la riduzione degli ordini, la mancanza di liquidità”, dicono e ribadiscono i dirigenti delle associazioni di categoria. Come se fosse possibile cambiare l’humus culturale, l’orizzonte esistenziale, che ha reso i veneti protagonisti del proprio miracolo. E incapaci di pensare che dopo la crescita, continua, ci si sarebbe anche potuti fermare. Come se fosse possibile modificare l’individualismo imprenditoriale, familiare, creato grazie alla creatività ossessiva verso il proprio lavoro, che però può trasformarsi in una patologia psicologica.
Cristina Giudici, Il Foglio, 9 febbraio 2010