
Sollecitato da più parti, ma soprattutto dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confbottiglia, ai cui blog rimando il lettore assetato, provo a spiegare, o a ri-spiegare, cosa sia il capitale circolante netto operativo e, soprattutto, perché si parli di “effetto spugna” con riferimento al medesimo.
Il circolante netto operativo, più semplicemente ccno, è formato da quelle voci dei conti aziendali che rappresentano:
- ricavi non incassati=i crediti verso i clienti;
- costi sospesi, ovvero che ancora non hanno prodotto ricavi=le rimanenze di magazzino;
- costi non pagati=i debiti verso fornitori.
Ne deriva che se il circolante è alto, la spugna beve liquidità, perché crescono i ricavi non incassati, ovvero i clienti, il magazzino non gira e quindi aumentano i costi sospesi, cioè che non sono ancora serviti a nulla, si riducono -o poco contano- i debiti verso fornitori, ovvero i costi non pagati.

Per quanto detto, le conseguenze operative per l’imprenditore sono abbastanza chiare: per evitare che la spugna del ccno si beva la liquidità e costringa ad andare in banca, facendosi anticipare fatture e pagando interessi, occorre vendere rapidamente ed incassare il più in fretta possibile.
Non si tratta, ad evidenza, di essere faciloni o di ignorare le difficoltà che gli imprenditori incontrano tutti i giorni nella loro attività: ma di conoscere attentamente le conseguenze di quello che si fa e delle scelte del giorno per giorno. Se le conseguenze della spugna sono queste, è bene sapere che, grossolanamente, si dice che il ccno sia pesante se il suo valore sulle vendite supera il 30%: ogni volta che un imprenditore, a fine anno, nei bilanci rileva che la somma di clienti + scorte – fornitori è pari o superiore al 30% di quello che vende, deve preoccuparsi e stare attento. Perché rischia di fare utili di carta, cioè solo scritti, che non si tramutano in denari. E i denari servono per l’attività di ogni giorno, per pagare le bollette, per fare fronte alle scadenze, per andare avanti.

C’è solo un sistema per annullare gli effetti del circolante, ed è avere margini robustissimi, su posizioni di mercato solide, in nicchie che consentono di respingere la concorrenza. Se questo non è possibile, occorre anzitutto cominciare a selezionare la clientela: vendere a cattivi pagatori è come non vendere, perché quelle vendite non porteranno a nulla. E se per evitare di fare sconti si tiene la merce in magazzino, la stessa non crescerà di valore, ma danneggerà la liquidità, e basta. Un magazzino che non gira è un magazzino che appesantisce la gestione: guardare alla propria merce con sguardo innamorato è il peggiore degli errori, perché si tratterà di amore non ricambiato. Meglio uno sconto cassa, anche elevato, che fare conteggi di carta, lasciando la liquidità nella spugna.