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Banche Mariella Burani

Affaroni e credit crunch.

Mario Boselli, presidente di Centrobanca (da http://www.fashiontimes.it)

Fabio Pavesi si chiede, su Plus 24 di ieri, 6 marzo, a chi appartenga Mariella Burani Fashion Group: e risponde, giustamente, che tutte le azioni sono in mano al creditore pignoratizio UBI Banca, attraverso la propria controllata Centrobanca. Pavesi mette in rilievo due aspetti di grande importanza: il valore del pegno, palesemente sproporzionato rispetto all’ammontare del prestito effettuato e la situazione dell’azienda di Cavriago, all’epoca dell’operazione già molto critica, come documentato nella sezione Analisi e commenti. Peraltro, proprio su questo blog, abbiamo dato conto delle giustificazioni assai fumose addotte da Centrobanca. Perché delle due l’una: o Centrobanca non ha fatto bene il proprio lavoro, ma questo riesce difficile pensarlo; oppure lo ha fatto talmente bene che, come dice Pavesi, le garanzie richieste sono state talmente ampie da coprire anche l’ammontare di crediti erogati in precedenza. Forse questi ultimi, i crediti, necessitavano di uno scrutinio più approfondito del merito di credito? Difficile dirlo. Ciò che non è difficile immaginare è il sentimento delle Pmi, clienti di Ubi Banca e non, che si sentono dire che il credit crunch non esiste, che tuttavia non possono essere aiutate e che, soprattutto, assistono all’erogazione di finanziamenti di questa portata a grandi imprese insolventi. Operazioni nella più benevola delle ipotesi frutto di bad practice: spacciarle per affaroni, però, è perlomeno di cattivo gusto. Nel settore della moda, almeno questo, dovrebbero saperlo.