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Tanto tuonò, che promosse il comitato.

Alla fine Tremonti ce l’ha fatta. In data di ieri è stato presentato il comitato promotore della Banca per il Sud, alla presenza del Presidente di Federcasse Alessandro Azzi e di quello della Federazione Pugliese Bcc, Dell’Erba. Isabella Bufacchi, sul Sole 24 Ore ci ricorda che se anche non sarà un carrozzone, un istituto di secondo livello -ovvero una banca senza sportelli, ma che si appoggia a quelli delle Poste Italiane e delle Bcc- richiede tempi pubblici per la definizione di ruoli, compiti, assegnazione di poltrone e quanto altro.

Nel criticare l’idea della Banca per il Sud non ne farei una questione clientelare, ma semplicemente di buon senso. Nessuno si è chiesto se la cattiva qualità del credito al Sud dipenda non già dalle banche che non lo erogano o lo erogano a caro prezzo, bensì dalla classe imprenditoriale? I numerosi fallimenti di banche di credito cooperativo nel mezzogiorno, non molto noti e perlopiù assorbiti nell’ambito del sistema, insieme al saccheggio da parte delle grandi banche del Nord del risparmio del Mezzogiorno testimoniano che non è una banca “dedicata” quella che manca al Sud del nostro Paese.

In bocca al lupo alla Banca per il Sud, nonostante tutto: augurandoci che non sia un carrozzone e ricordandoci che le banche non sono il motore dello sviluppo, possono agevolarlo, indirizzarlo, spingerlo. Ma non sono esse a prendersi il rischio di impresa: e questo fa parte, oppure no, della cultura e del genius loci. Che fino ad ora non sembra, salvo eccezioni, averla coltivata.