
Le notizie che riempiono i quotidiani economici e le pagine di finanza dei principali quotidiani, Corriere della Sera in testa, se appassionano molto i giornalisti -e probabilmente anche molti lettori- si riflettono sull’economia reale in misura molto meno intrigante degli sviluppi delle lotte per il potere. Di Cesare Geronzi, appena designato alla presidenza di Generali, banchiere democristiano devoto ad Antonio Fazio, si ricordano i magistrali finanziamenti fatti, alla testa di Capitalia, alla famiglia Sensi per le necessità della A.S.Roma Calcio: finanziamenti talmente oculati che Unicredit, che li ha rilevati, ha messo la famiglia a rientro (ed incaglio) per circa 300 milioni di euro.

Quanto ad Alessandro Profumo, banchiere democratico e progressista, Paola Picca sempre sul Corriere, parla di “Scene private di una superbanca”, con riferimento alle preoccupazioni dei manager di Unicredit, timorosi di perdere il già -a quanto pare- modesto di cui godono. Profumo, in effetti, amministratore delegato di una banca internazionale, riveste di fatto -e impropriamente- anche la carica di direttore generale- con evidenti allungamenti della catena di comando. Difficile stare vicini al cliente ed al territorio con una struttura così accentrata. Ma se qualcuno dentro Unicredit pensa ancora che sia sufficiente cambiare vestito per modificare il modo di fare banca, dovrebbe riflettere sui danni al territorio apportati dall’assorbimento delle tante banche locali pre-esistenti ad Unicredit. E chiedersi se ne valeva la pena.