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Crisi finanziaria

Chi doveva fermare le cicale greche?

Romano Prodi

Alberto Alesina e Roberto Perotti, in un articolo di durezza inusitata sul Sole 24 Ore, nel sottolineare la dissipatezza greca, non mancano di dare sostegno alle ragioni di Angela Merkel, che chiede serietà -finalmente- alla Grecia stessa, per salvare la quale saranno chiesti molti denari del contribuente tedesco. L’articolo, per la sua sintesi e la sua lucidità merita un’approfondita lettura, e ad esso vale la pena rimandare il lettore. Ma resta difficile non ricordare chi fosse a capo della Commissione Europea, quando i conti della Grecia vennero approvati senza colpo ferire, passando sotto silenzio che, per ammissione degli stessi greci, il disavanzo era superiore di “soli” 8 punti di Pil a quanto aveva dichiarato. Siamo proprio certi che sia stato fatto tutto il possibile per verificare bene i conti? In Italia ci stracciamo le vesti per i pensionati-baby, in Grecia si va tuttora in pensione a 50 anni. Il Prof.Prodi non ha nulla da dire?

Quanto alla speculazione, sulla quale si abbattono le ire dei greci e che viene spesso incolpata delle peggio cose, non è colpevole del dissesto del simpatico Paese mediterraneo. La speculazione si limita ad evidenziare problemi che non ha creato, ma che chi governa quel Paese -ed anche chi a suo tempo lo ha accolto nell’area Euro- doveva ben sapere: non si possono spendere i denari che non si possiedono.

Di johnmaynard

Associate professor of economics of financial intermediaries and stock exchange markets in Urbino University, Faculty of Economics
twitter@profBerti

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