Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Piazza Affari, Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa italiana
Stefano Micossi direttore generale di Assonime, intervistato da Massimo Sideri sul Corriere di oggi ha avuto dichiarazioni di fuoco sulle “svendita della Borsa Italiana agli inglesi del London Stock Exchange (LSE): «La sostanza di quello che è accaduto è che il management di Borsa Italiana si è venduto la Borsa italiana con l’acquiescenza, a quel tempo, degli azionisti bancari che non hanno capito cosa stesse accadendo». E nemmeno Massimo Mucchetti le manda a dire, facendo nomi e cognomi di coloro che hanno consentito la svendita, ovvero quel nucleo forte di azionisti frutto dell’originaria privatizzazione, Intesa, Unicredit e MontePaschi. Leggendo l’articolo di Mucchetti si apprendono cose da rabbrividire, che non fanno onore neppure a Massimo Capuano (ex a.d.di Borsa Italiana, ora fuori dal board dell’LSE), il quale non poteva non sapere di fondersi con una società, l’LSE stessa, che presentava un patrimonio netto negativo di 300 milioni di sterline, con prelievi e dividendi straordinari a favore degli azionisti inglesi. Ai quali la fusione, con l’emersione del relativo avviamento, è servita ad evitare aumenti di capitale, mantenendo il comando. Fino all’epilogo di questi giorni. Una storia edificante, che mostra la consueta miopia delle banche italiane, che non hanno mai amato un mercato potenzialmente per esse alternativo, in quanto fattore di disintermediazione: da azionisti come questi, difficile attendersi una conclusione diversa. Ma anche una storia sulla quale sarebbe interessante ascoltare il parere di tutti coloro, e in Italia non sono pochi, che giudicano malamente tutto ciò che è fatto nel nostro Paese, invocando comportamenti e regole anglosassoni, dove le cose funzionano a dovere. Resta una domanda: se una nefandezza simile l’avesse commessa Silvio Berlusconi, il Financial Times come avrebbe titolato?
le scrivo questa mail per augurarle innanzitutto una buona Pasqua e per ringraziarla sia come Prof. che mi “ha fatto laureare”, sia come persona speciale che mi ha insegnato tanto. Frequentando le sue interessanti lezioni sono sempre stato convinto che lei fosse la tipologia di professore ideale per uno studente: preparato, professionale, colto, disponibile e spinto a cercare di trasmettere, nel modo più efficace possibile, il suo sapere (secondo me la qualità più importante). Proprio questa voglia e capacità di trasmettere, di insegnarci qualcosa che non si fermi solamente alle teorie economiche e finanziarie, sono le qualità che ho più apprezzato nelle sue lezioni. La volevo ringraziare anche soprattutto per la disponibilità (mail, chiamate sempre con risposte rapide) e la cordialità data durante il periodo di stesura della tesi e per avermi spinto a cambiare l’ultima parte della tesi. All’inizio non ne ero tanto convinto, ma dopo mi sono accorto che parlare dei (…) è stata una scelta giusta, come mi dimostrava la sua ferma convinzione. Il giorno della discussione è stato indimenticabile: la tensione era alta, ma ciò che ricordo con più piacere è il fatto di essermi sentito come se io e lei combattessimo la stessa battaglia, come se giocassimo insieme la stessa partita con l’obiettivo di vincerla; non a caso quando, prima della discussione, mi ha chiesto come mi sentivo, le ho risposto: “Come prima di una finale di Champions!”. Con questa mail spero di averle in una minima parte dimostrato la mia gratitudine, che va aldilà del voto finale ottenuto ma è soprattuto riferita alle qualità umane che mi ha trasmesso.