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Effetto annuncio.

Confindustria e ABI, per una volta insolitamente alleate, lanciano l’allarme sull’avvento di Basilea 3, della quale non si sa ancora nulla ma che, a dire dei banchieri e degli industriali, starebbe già provocando danni, poiché la maggiore stringenza dei requisiti richiesti impatterebbe sia sul rating delle banche stesse, sia sul costo della raccolta, a detrimento del credito alle imprese, che sarebbe razionato.

Vi sono alcuni elementi di giusta preoccupazione nelle dichiarazioni di banchieri ed industriali, in particolare per quanto riguarda il trattamento degli strumenti ibridi di capitale, che si vorrebbero mantenere integri (ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza) fino alla scadenza, nonché circa l’inserimento delle Bcc nelle nuove regole, che penalizzerebbe le Pmi. Sono preoccupazioni condivisibili, ma sembrano dimenticare come al solito le due questioni fondamentali, da lungo tempo dimenticate nel panorama dei rapporti banca-impresa, ovvero:

  1. che i rischi si riducono non solo assumendosene meno (come la triste lezione di Basilea 2 nei confronti delle Pmi insegna), ma anche investendo in qualità della relazione, nel medio lungo termine, con personale e strumenti qualificati;
  2. che si può fare banca in maniera profittevole, vedi Mediobanca, anche mantenendo i propri coefficienti Tier ben al di sopra del minimo.

In altre parole, un po’ meno propagando lobbistica ed un po’ più di coraggio nell’investire sulle relazioni di clientela potrebbe, finalmente, modificare il rapporto banca-impresa. Sono questi gli annunci che ci piacerebbe ascoltare, non solo lamentele.