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Banca d'Italia Banche Mario Draghi Vigilanza bancaria

Meno redditizio, ma anche meno rischioso (considerazioni finali 3).

La riforma delle regole per la finanza trascende i confini nazionali, richiede un consenso fra numerose giurisdizioni. Ma non c’è alternativa: una industria dei servizi finanziari integrata globalmente richiede una regolamentazione che, almeno nei suoi principi fondamentali, sia universale. la dura esperienza di questi anni non va dimenticata: rischi eccessivi impongono alla collettività prezzi altissimi. Rafforzare le difese del sistema è indispensabile, nei singoli paesi e a livello internazionale. fare banca sarà meno redditizio, ma anche meno rischioso. Tutti ne avranno beneficio.

Mario Draghi

Assemblea ordinaria dei partecipanti, Roma, 31 maggio 2010

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Banca d'Italia Banche Mario Draghi Vigilanza bancaria

Rafforzamento patrimoniale & credit crunch (considerazioni finali 2).

(..) Il rafforzamento patrimoniale deve continuare.

Occorre anche prepararsi ai nuovi standard internazionali. E’ ancora in corso l’analisi per valutare gli effetti complessivi che le nuove regole sul capitale e sulla liquidità avranno sulle banche italiane. I parametri sono da definire, l’applicazione delle specifiche previsioni regolamentari avverrà con flessibilità e nei tempi necessari a consentire un adeguamento graduale, senza strappi.

Mario Draghi

Assemblea ordinaria dei partecipanti, Roma 31 maggio 2010

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Banca d'Italia Banche Banche di credito cooperativo Mario Draghi Relazioni di clientela

Saper fare il banchiere (considerazioni finali 1).

Le grandi banche si giudicano da come organizzano l’attività sul territorio: mantenere, valorizzare il rapporto con l’economia locale significa utilizzare nella valutazione del cliente conoscenze accumulate nel corso degli anni, ben più accurate di quelle desumibili da modelli quantitativi; significa saper discernere l’impresa meritevole anche quando i dati non sono a suo favore, significa saper fare il banchiere.

Mario Draghi

Assemblea ordinaria dei partecipanti, Roma, 31 maggio 2010

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Banca d'Italia Mario Draghi

Signori partecipanti.

il Governatore Mario Draghi, Assemblea generale dei partecipanti, 31 maggio 2010

Meriterebbe di essere riletta tutta quanta: e credo che da essa non si possa prescindere per le prossime lezioni di Bancaria, a.a. 2010-2011.

E di seguito le Considerazioni Finali, ascoltate e meditate in diretta, si possono scaricare e studiare.

Mi permetto solo di segnalare gli aspetti riguardanti il credito alle imprese e quello che concerne la redditività bancaria. Buona lettura a tutti.

bankitalia-considerazioni-finali-09

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Inter Keynes Massimo Moratti

The economic consequences of Mr.Diego Milito.

Diego Milito e Samuel Eto'o

Riflessioni il giorno dopo, perché come insegna il Maestro Giampaoli, la vita stessa è un rendiconto:

  1. non si vende Kakà: e se lo si vende, è per investire, non per disinvestire (ovvero non fare nulla con i soldi presi), perché i disinvestimenti che servono solo a ridurre il fabbisogno finanziario non fanno ritrovare la competitività;
  2. disinvestire per re-investire, soprattutto se si compra un macchinario, ad alta tecnologia e dalla capacità pazzesca di fare squadra, Samuel Eto’o, rafforza finanziariamente e, soprattutto, consente di raggiungere gli obiettivi aziendali;
  3. avere lo stadio ovvero l’immobile di proprietà non serve per vincere, ovvero per avere competitività ed essere leader nel proprio mercato: e nonostante le boutades di Zio Fester-Galliani, anche in via Turati si è vinto senza stadio;
  4. se cambi continuamente squadra-azienda dicendo che vuoi vincere la Champions e poi vinci solo gli scudetti (all’Ajax, alla Juve, all’Inter, al Barcellona), c’è qualche vaga possibilità che tu sia unfit, inadatto, a quella competizione= a quel mercato, a prescindere? Una riflessione umile servirebbe, a proposito chi ha il numero di cellulare di Ibra?
  5. con il calcio non si guadagna, si perdono anni di vita in pochi minuti, si rischiano gli infarti: senza qualcuno che per diletto, nel senso vero del termine, butti via i soldi, è difficile pensare di vincere qualcosa;
  6. infine, avere un buon ufficio di relazioni esterne serve sempre: così vieni magnificato perché hai la “cantera” da cui escono i tuoi gioielli, nonostante che tu esca in semifinale con una squadra che ha il vivaio, non disprezzabile, ma che lo chiama solo vivaio, o Inter campus.
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Inter Massimo Moratti

E’ abbastanza a colori questa?

Inter-Bayern 2-0, Finale di Champions League, Santiago Bernabeu, 22 maggio 2010
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Banche Giulio Tremonti Imprese Indebitamento delle imprese

Quanto conviene il fotovoltaico? Le bufale della green economy.

Oggi, durante una lezione assai tosta sulla valutazione delle imprese di costruzioni, parlando di investimenti è venuta fuori la vicenda del fotovoltaico, ovvero di quell’investimento in fonti energetiche alternative che, fortemente incentivato dallo Stato, nella mente di più di un imprenditore rappresenta una specie di Eldorado, la nuova frontiera di guadagni lauti e politically correct, in quanto verdi.

Il lettore paziente troverà alla fine di queste brevi note un prememoria, redatto al volo proprio oggi, durante la discussione di un caso. Le cifre sono quelle presentate da un’azienda che propone il fotovoltaico fra i propri prodotti. I dati, pertanto, sono quelli presentati da chi ha interesse a far sì che l’operazione sia avviata e l’investimento effettuato.

Vi sono alcuni dati di tutta evidenza:

  1. l’investimento si ripaga, se tutto va bene (per esempio, se Tremonti non taglia i fondi: l’esempio di Zapatero lo dimostra) in un arco di tempo del tutto improponibile, ovvero almeno 9/10 anni;
  2. senza il contributo pubblico, il tempo di rientro dell’investimento è pari a circa 50 comodi anni (nulla, in confronto all’eternità);
  3. si ignora del tutto il “rischio” che, nel frattempo, qualche giovane cervello emigrato all’estero -o ivi residente- inventi le cellule di idrocarburi autoriproducenti o, più banalmente, faccia andare le macchine con il battito delle ciglia;
  4. a tacer del fatto che, nel frattempo, potrebbe risultare più conveniente produrre energia in altro modo;
  5. si evita accuratamente di domandarsi come mai, se un investimento è così conveniente, esso stia in piedi solo grazie a contributi pubblici;
  6. last but not least, oggi ho appreso che investimenti di tal fatta sono accordati dalle banche a tassi del 2,5%;
  7. ma se si considerasse il costo del capitale per quello che esso è, ovvero comprensivo del premio al rischio, il 2,5% apparirebbe un tasso ridicolo, e le valutazioni andrebbero fatte scontando i flussi di cassa a tassi ben più elevati;
  8. in tal caso il tempo di rientro dell’investimento, rappresentato dal momento in cui il VAN è pari a zero, si allunga ulteriormente, fino a diventare, di fatto, una chimera.

Tutto questo, unito alle considerazioni apparse sulla stampa circa, per esempio, l’inservibilità (ai fini della produzione di energia, nonché verde, in Spagna) del fotovoltaico, fa disperare per la sorte di tutte quelle imprese che, dimentiche della loro missione originaria e della necessità di irrobustire, ritrovare o rinnovare la formula competitiva, investono sulle fonti alternative, come se fare gli elettrici fosse diventato un business per tutti. E, soprattutto, come se un investimento che per reggersi in piedi ha bisogno del contributo statale per il 70%, fosse davvero conveniente.

Convenienza_fotovoltaico

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Inter Massimo Moratti

Che si guardino finalmente una partita decente.

Josè Mourinho

“14 E José, giunto in via Massaua, vide una grande folla e ne ebbe compassione. 15 Poi, facendosi sera, Zanetti e Milito gli si accostarono, e gli dissero: «Questo luogo è infognato, ed è già tardi; licenzia dunque le folle affinché vadano a trovare i biglietti per il Bernabeu». 16 Ma José disse loro: «Non è necessario che se ne vadano; date voi a loro i biglietti». 17 Ed essi gli dissero: «Noi non abbiamo qui altro che cinque tagliandi della semifinale dell’81». 18 Ed egli disse: «Portatemeli qua». 19 Comandò quindi che le folle si sedessero; poi prese i biglietti e, alzati gli occhi al cielo, li benedisse; li diede ai discepoli e i discepoli, alle folle. 20 E tutte quelle migliaia tornarono a casa con il biglietto per la finale del Bernabeu, e alla fine ne avanzarono, tanto che José disse ai discepoli «Questi dateli ai milanisti, che si guardino finalmente una partita decente»”

Credits to: Bonvesin de la Riva & http://www.interistiorg.org

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Inter Massimo Moratti

Ambro…

Massimo Ambrosini

…faccelo sapere tu quando ce lo dobbiamo togliere.

2005-2006

2006-2007

2007-2008

2008-2009

2009-2010

Credits to: interistileninisti.org

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Analisi finanziaria e di bilancio Capitale circolante netto operativo Crisi finanziaria Fabbisogno finanziario d'impresa Germania Imprese Indebitamento delle imprese PMI Sud

Cultura tedesca e “flessibilità” italiana.

Desta tristezza la lettura del servizio di Franco Vergnano sul Sole 24 Ore di oggi, nella rubrica economia ed imprese. Anticipando il rapporto che Cribis D&B renderà pubblico nel corso di un convegno sulle difficoltà a riscuotere i crediti da parte delle imprese, l’amministratore delegato Marco Preti ha reso noto che:

  1. l’Italia è agli ultimi posti in Europa per puntualità;
  2. da tre anni in qua la situazione è andata peggiorando;
  3. le Pmi si comportano meglio delle grandi imprese;
  4. il Mezzogiorno è l’area più morosa fra le varie zone del nostro Paese.

Preti sottolinea la migliore puntualità delle piccole rispetto alle grandi, motivandola con il minore potere contrattuale legato alle dimensioni modeste: in buona sostanza chi paga puntualmente lo fa perché non può fare diversamente.

L’argomento non è nuovo, la tradizionale morosità del Mezzogiorno è storia vecchia nella prassi italiana. E, d’altra parte, il credito di fornitura è una componente importante del capitale circolante netto operativo: chi dilata i propri tempi di pagamento comprime il proprio circolante, chi subisce tale dilatazione, al contrario, vede manifestarsi l’effetto spugna. Le conclusioni cui giunge lo studio sono coerenti con le analisi che nel tempo hanno individuato nel circolante netto operativo un fattore di fabbisogno che copre circa il 75% dei bilanci delle piccole imprese italiane.

Nello stesso articolo il presidente di Anima (le aziende della meccanica) ci rende edotti sul fatto che i suoi clienti tedeschi paghino a 8 giorni richiedendo un piccolo sconto (l’1% non rappresenta, in realtà, uno sconto tanto piccolo, se commisurato su base annua) oppure il prezzo intero a 30 giorni. I tedeschi hanno attraversato la crisi come noi, eppure pagano a 8 oppure 30 giorni. Forse non è altro che una questione culturale. E la cultura si fa con i comportamenti, prima di tutto personali ed aziendali, e poi improntando le relazioni commerciali ad una seria e rigorosa selezione della clientela: ovvero, ciò che vale si paga presto e bene, per non far sì che chi vuole pagare poco e male rovini il mercato. Vendere, per non incassare mai, riduce i margini faticosi di chi lavora fino ad azzerarli, riducendo il fatturato, veramente, a vanità. Meglio dire: “nein!”