
Riflessioni il giorno dopo, perché come insegna il Maestro Giampaoli, la vita stessa è un rendiconto:
- non si vende Kakà: e se lo si vende, è per investire, non per disinvestire (ovvero non fare nulla con i soldi presi), perché i disinvestimenti che servono solo a ridurre il fabbisogno finanziario non fanno ritrovare la competitività;
- disinvestire per re-investire, soprattutto se si compra un macchinario, ad alta tecnologia e dalla capacità pazzesca di fare squadra, Samuel Eto’o, rafforza finanziariamente e, soprattutto, consente di raggiungere gli obiettivi aziendali;
- avere lo stadio ovvero l’immobile di proprietà non serve per vincere, ovvero per avere competitività ed essere leader nel proprio mercato: e nonostante le boutades di Zio Fester-Galliani, anche in via Turati si è vinto senza stadio;
- se cambi continuamente squadra-azienda dicendo che vuoi vincere la Champions e poi vinci solo gli scudetti (all’Ajax, alla Juve, all’Inter, al Barcellona), c’è qualche vaga possibilità che tu sia unfit, inadatto, a quella competizione= a quel mercato, a prescindere? Una riflessione umile servirebbe, a proposito chi ha il numero di cellulare di Ibra?
- con il calcio non si guadagna, si perdono anni di vita in pochi minuti, si rischiano gli infarti: senza qualcuno che per diletto, nel senso vero del termine, butti via i soldi, è difficile pensare di vincere qualcosa;
- infine, avere un buon ufficio di relazioni esterne serve sempre: così vieni magnificato perché hai la “cantera” da cui escono i tuoi gioielli, nonostante che tu esca in semifinale con una squadra che ha il vivaio, non disprezzabile, ma che lo chiama solo vivaio, o Inter campus.