
Titolando su “I professori e la crisi” Il Sole 24 Ore riporta l’iniziativa di un gruppo di 100 economisti capitanati dal prof.Riccardo Realfonzo, che avanza critiche alla politica di rigore ed austerità del Governo. Se è difficile immaginare la comunità accademica come un insieme compatto di persone e di interessi (nel bene e nel male il nostro sistema universitario non è assimilabile a quello di altri Paesi) 100 professori non sono pochi, anche se poi, leggendo i firmatari, vi ho trovato persone che non mi pare insegnino (Cristina Comencini e Giulietto Chiesa, per esempio)
Nel gruppo, peraltro, vi sono alcuni colleghi dello stesso settore scientifico, Pierangelo Dacrema per esempio, persone che stimo grandemente, come il prof.Stefano Zamagni, e persone dalle quali sono culturalmente ed umanamente lontanissimo, come la prof.ssa Loretta Napoleoni. Incuriosito e stimolato dal titolo del Sole 24 Ore e, soprattutto, convinto che probabilmente non sia il meglio che potevamo desiderare rischiare di perdere 1/2 punto o 1 punto di PIL per salvare con il nostro rigore l’euro dalla dissipatezza greca, sono andato a leggere, per conoscere le idee del Collega Realfonzo, che insegna all’università del Sannio. Rimettere a tema lo sviluppo è importante, Realfonzo ne fa una questione centrale: sono idee sulle quali si può discutere, ma che condivido, laddove hanno a cuore la crescita ed il lavoro. Ciò che navigando nel suo sito ho trovato, proprio nella home page, ovvero lo slogan preferito dal Collega: “Rigore nel pubblico per la difesa del pubblico” mi ha tuttavia deluso molto. Come se, proprio in Italia, avessimo bisogno di più Stato, come se non ce ne fosse a sufficienza. E provare a difendere le persone e la loro libertà? E ri-provare a parlare di sussidiarietà in maniera non astratta?