
La Nutella non mi era permessa tutti i giorni, troppo cioccolato non andava bene. La cocacola era abbastanza rara, roba da festicciola di compleanno, come le altre bibite. In alternativa mia nonna mi proponeva pane e olio, pane olio e pomodoro, c’era anche l’opzione pane vino e zucchero ma non ci piaceva granchè(pensate le mamme aspiranti-svedesi di oggi come inorridirebbero, ma il vino annacquato poteva a volte essere versato a un ragazzino a tavola, non era un tabù). Poi la solita marmellata, ma la nutella ci piaceva di più e, a conti fatti ne ho mangiata veramente tanta. Poi è successo il miracolo, senza etichette, senza avvertenze e senza nutrizionisti da telegiornale, senza lega alcolisti anonimi questa bambina cresciuta senza assoluti divieti e istruzioni per l’uso al dettaglio (ma con dosaggi controllati da mamma e nonna, mica specialisti, solo usando semplici proposte alternative) non è obesa, nè alcolista. Ma sono convinta di non essere sola. Chi è nato negli anni ’70 si faccia avanti, andiamo a Bruxelles, la pubblicità della Ferrero siamo noi. P.s. dovrebbero occuparsi di educare i figli, non le etichette.
Lisa Taiti, Prato (Il Foglio, HPC 17 giugno 2010)
Mi piace:
Mi piace Caricamento...