Massimo Mucchetti, sul Corriere di oggi, riporta la storia, assai istruttiva per chi si interessi di energia e del suo inevitabile legame con lo sviluppo, raccontata nel blog di Chicco Testa.
Mucchetti, che è condirettore di un giornale che è pur sempre il paladino di tutto quanto sia politically correct, forse non è stato letto con attenzione dai suoi azionisti di riferimento e, soprattutto, dal grande giornalista collettivo, ecologista, verde e pacifista: altrimenti non sarebbe neppure a pag.29, nella pagina delle lettere a Sergio Romano (bisogna provare a leggerne un po’ per rattristarsi fino in fondo sul destino del Paese), forse sarebbe accanto alle previsioni del tempo. In sostanza, la storia riportata sul Corriere fa capire quanta ideologia ci sia dietro un affare che, molto redditizio per alcuni, rischierebbe di costare carissimo al contribuente italiano. Il che, oltre a far riflettere sui già paventati rischi di flop per chi sposa ad occhi chiusi la causa del fotovoltaico, mi fa sperare, ed è tutto dire, nella chiusura dei cordoni della borsa da parte di Tremonti.
Anyway, le conclusioni di Mucchetti dovrebbero bastare: “(..) tra timori del vecchio monopolio e compiacenza verso i furbetti dell’ecologia, la green economy in salsa di pomodoro sta rinnovando gli orrori del Cip 6, che arricchì petrolieri ed industriali vari con gli aiuti di Stato alla produzione elettrica.”
Continuiamo a riparlarne, per intanto c’è il link permanente al blog di Chicco Testa.