Dal Sole 24 Ore si apprende che Rosella Sensi, Presidente della Roma “nata in una culla d’oro”, è ancora riluttante a cedere il pacchetto di controllo della squadra, nonostante l’indebitamento del gruppo presieduto da lei e dalle sorelle ammonti ad oltre 400 milioni, di cui 325 sono dovuti ad Unicredit e la parte rimanente a Montepaschi. Il bilancio è in profondo rosso e l’ammontare dei ricavi, pari a circa 100 milioni (e tutti da verificare nella loro consistenza liquida, come sempre nel caso di società di calcio) poiché è di gran lunga inferiore al debito mostra che l’attuale gestione, rebus sic stantibus, è insostenibile, e che servono capitali freschi.

Con buona pace di Adriano Galliani, il problema non sembra risolvibile con l’acquisizione della proprietà degli stadi. Se giochi bene a calcio lo fai in qualunque stadio, proprio o in affitto: e se giochi male, non disputi neppure la finale della Champions League programmata nel tuo stesso stadio, che possiedi e gestisci. Forse sarebbe opportuno ridirlo: con il calcio non si fanno i soldi, quelli li fanno i calciatori ed i presidenti-raiders, come Cellino e Zamparini. Per tutti gli altri occorre avere capitali ed avere voglia, sostanzialmente, di buttarli.