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Denis dentro al buio del locale.

La BTP (Baldassini-Tognozzi-Pontello) spa di Calenzano è finita nell’occhio del ciclone per i suoi rapporti con il Credito Cooperativo Fiorentino, la banca locale presieduta da Denis Verdini ed ora commissariata. Poiché siamo appassionati di analisi aziendale e sempre curiosi di verificare quanto si dice, talvolta a vanvera, dei bilanci delle imprese, siamo andati a prenderli direttamente sul sito aziendale. Purtroppo non è ancora disponibile il bilancio 2009 -pronti ad analizzarlo non appena lo diventerà- ma la lettura dei bilanci 2008 e 2007 fa emergere abbastanza chiaramente alcune cose.

Premesso che un verbale ispettivo della Banca d’Italia è un documento molto riservato, che non dovrebbe uscire dal ristretto ambito degli interessati; premesso altresì che per esperienza chi scrive conosce bene l’operato della Vigilanza e che i rilievi che di norma capita di leggere per lavoro non sono mai manifestamente infondati; premesso anche, con buona pace di Giuliano Ferrara che ne parla sul Foglio, che la questione non è di diritto bancario, ma di gestione bancaria e di valutazione, nel merito, dell’operato aziendale, ivi compreso il “come” si valutano le imprese, ovvero il loro merito creditizio; tutto ciò premesso, la lettura dei bilanci al 31.12.2008, anche tenendo conto del caveat temporale, non provoca gastrite e neppure acidità. Il Corriere della Sera ha prontamente rilevato il livello dei debiti, ben superiori al fatturato, ma si tratta di un fatto normale nelle imprese di costruzioni; la BTP nei due anni esaminati mostra una buona capacità di reddito, seppure in diminuzione nel 2008 a causa dei venti di crisi e dell’aumento degli oneri finanziari. Il Mol in rapporto al totale dei debiti finanziari passa da 7,7 a 8,3 volte, certo superiore al totemico numero 4, stracitato da giornalisti ed analisti, ma senza riscontri scientifici di sorta. Il capitale circolante netto operativo è quelle tipico delle imprese di costruzioni, rappresentato da un ammontare molto elevato di lavori in rimanenza e finanziato perlopiù da anticipi. Sinceramente non sembra un disastro del genere di quelli di cui ci si è occupati già in questo blog, che magari hanno visto coinvolti banchieri democratici, o immobiliaristi à la page. Riparliamone con il bilancio 2009 in mano, ma se qualche giornalista andasse a leggere qualche bilancio in più resterebbe sorpreso. Sorpreso di quante aziende messe in condizioni ben peggiori siano state finanziate, in tutti i settori, specie se PMI, dal Credito Cooperativo, sostenendo talvolta ultra vires l’economia, come altri non ha fatto. E quanti sarebbero i dossier, ben più significativi, da spulciare, a carico di banchieri più grandi e, come dice Ferrara, established. Che si chiami ipocrisia?