Sarà anche vero ciò che è scritto nel comunicato di Via Nazionale: “La gestione della banca è affidata agli organi straordinari, che operano sotto la supervisione della Banca d’Italia. La clientela può continuare ad operare con la Carim che prosegue regolarmente la propria attività”. Per la clientela, tengono a dire i commissari, nulla cambia. Non è in discussione la solidità dell’istituto di credito. La Carim “è in salute”, dicono. Nessun rischio di insolvenza. Così il principale quotidiano locale.
Qualche riflessione in più avrebbero meritato, forse, i dati della semestrale di Banca Carim, che dicono che al 30 giugno 2010 la perdita era di 30,8 milioni di euro; le sofferenze lorde sugli impieghi lordi pari al 4,33% (più che raddoppiate rispetto all’anno precedente, così come le sofferenze nette); e, infine, gli accantonamenti a fondi svalutazione si erano incrementati del 57%.
La banca è sicuramente solvibile, in Italia non abbiamo mai assistito a corse agli sportelli e la Vigilanza, soprattutto con Mario Draghi Governatore, ha svolto il proprio lavoro con sempre maggiore approfondimento ed attenzione, evitando anche durante la crisi rischi di contagio sistemico.
Forse la domanda che ci si potrebbe cominciare a porre, anziché rimarcare la severità di Via Nazionale, è se non vi sia qualcosa da ripensare in un modello economico capace di vedere commissariate, nel giro di pochi mesi, la principale banca della città ed una delle principali banche locali.