Secondo Giuliano Ioni, Presidente della -attualmente- commissariata Banca Carim, intervenuto il 28 settembre scorso a presentare i dati della semestrale, il bilancio in rosso “(..) risente della crisi ma (è) giustificato dalla scelta di sostenere l’economia del territorio. Banca Carim, istituto di riferimento della provincia, ha presentato oggi i numeri dei primi sei mesi dell’anno dai quali emerge una perdita di 30,8 milioni nel conto economico rispetto al più 8 milioni del semestrale 2009. “Dati che risentono – spiega il presidente Giuliano Ioni – della scelta di attenersi nella stesura del bilancio a criteri di estrema prudenza aumentando in modo cospicuo gli accantonamenti che, è bene sottolinearlo, non sono perdite“. Gli accantonamenti, sarebbe anche opportuno precisare, sono stati stanziati in un bilancio, quello semestrale, redatto mentre era in corso l’ispezione di Banca d’Italia, conclusasi con gli esiti certamente non commendevoli che sono noti. Dunque non saranno perdite, ma è probabile che ci si avvicinino di molto, dal momento che, soprattutto in questa fase storica dell’economia italiana, le sofferenze crescono soprattutto nella componente “ispettiva”, ovvero provocata dalle contestazioni della Vigilanza nel corso delle verifiche. Anyway, se le perdite fossero dovute alla scelta di sostenere l’economia del territorio, come sostiene Ioni, gli impieghi non sarebbero cresciuti solo del 2,35% (al netto dell’inflazione, chiamando le cose con il loro nome, gli impieghi sono fermi).
Infine, se al 28 settembre le cause della perdita, secondo le dichiarazioni ufficiali erano da attribuirsi alla vocazione al sostegno del territorio, negli ultimi giorni ci si è indirizzati all’estero, in particolare alla controllata sanmarinese CIS. Premesso che siamo ad ottobre e gli ultimi dati resi noti dal CIS riguardano il bilancio al 31.12.2009 (qui disponibile per il lettore cis-bilancio_2009) scorrendo la consistenza dell’attivo riesce difficile immaginare che tutto il male venga davvero solo e soltanto dal Titano. E’ vero che il CIS ha sofferenze lorde per circa 30 milioni di euro iscritte in bilancio, per circa il 44% coperte però da accantonamenti; e la restante parte di impieghi vivi probabilmente davvero rischiosa (impieghi a breve, esclusi quindi mutui e leasing), ammonta a circa 188 mln.di euro. La probabilità di default di questi impieghi dovrebbe essere davvero elevata per giustificare la perdita della controllante Carim. Le perdite sono in CIS, d’accordo: ma chi nomina i Consiglieri del CIS risiede in Rimini, piazza Ferrari. Non serve scomodare la responsabilità oggettiva di calcistica memoria per tirare le conclusioni, basta usare quello che gli anglosassoni chiamano il common sense.
Una risposta su “Gli accantonamenti non sono perdite (la fabbrica del cioccolato).”
[…] approfondire consulta articolo originale: Gli accantonamenti non sono perdite (la fabbrica del cioccolato). Aggregato il 6 ottobre, 2010 nella categoria Banche, Comparazione, Economia, Mutui, […]
"Mi piace""Mi piace"