“Ma l’attività con San Marino e con la controllata Credito industriale sammariese rappresenta in realtà solo una piccola parte di criticità nella conduzione dell’operatività ordinaria della banca. Tra le distonie operative riscontrate c’è in particolare un’anomala dialettica interna caratterizzata da una totale incomunicabilità tra dirigenti e amministratori.
Nota Banca d’Italia che il Consiglio di amministrazione, essendo stato informato a più riprese circa elementi critici emersi nel corso delle ispezioni, ha «preso atto con una certa sorpresa della situazione rappresentata; (….) alcuni consiglieri hanno lamentato difetti di comunicazione e rimarcato il clima di scarsa collaborazione e condivisione degli obiettivi tra le diverse componenti della direzione generale». Ma la parte potenzialmente più rischiosa dell’attività della banca consisteva nelle procedure di erogazione dei crediti. Le istruttorie erano fortemente decentrate sul territorio e affidate alle risorse della rete, anche se la grande parte degli affidamenti erano diretti nei confronti di aziende. Emblematica la situazione del gruppo Antonio Merloni Spa dichiarato insolvente nel 2009 e affidato nel 2007 per 15 milioni su garanzia di un terreno (stimato 27,5 milioni) ma già oggetto di un esproprio. Una circostanza di cui la banca si avvede solo nel gennaio del 2010. Più in generale ci si trovava in una situazione che, oltre a delegittimare il servizio crediti, ha messo in luce un carente vaglio del merito di credito dei prenditori specialmente nel settore edilizio immobiliare.”
Stefano Elli, Plus 24, sabato 20 novembre 2010
Una risposta su “Emblemi.”
[…] era fermo in termini reali. Vai a spiegare, alle Pmi del riminese, che però il credito al fallendo Gruppo Antonio Merloni, quello no, non lo si è fatto […]
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