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Domanda e offerta.

(..) La riforma riequilibra le cattedre: oggi ci sono 300 sedi e almeno 2mila dottorati; resteranno poco più di 160 settori scientifico-disciplinari (contro i 370 di adesso) e ci potranno essere al massimo 12 facoltà per ateneo. Che senso aveva, solo per citare un esempio, mantenere a Genova uno squilibrio strutturale fatto di 16 professori di latino contro 3 di ingegneria gestionale? C’è un errore prospettico che la legge Gelmini vuole modificare: quello che l’università sia fatta solo dall’offerta. Che, forse è bene ricordarlo, oggi è tripla rispetto all’effettivo potenziale della domanda degli studenti.

Alberto Orioli, Il Sole 24 Ore, 30 novembre 2010