Il Sole 24 Ore dà notizia che “il gruppo UniCredit ha un piano per l’apertura di circa 900 sportelli nell’Europa Centro Orientale, concentrati soprattutto in Turchia e Romania.
Il successore di Alessandro Profumo ha tenuto a precisare che “per crescere nell’Europa Centro Orientale il gruppo UniCredit non dovrà versare «capitali addizionali», poichè le banche dell’area sono in molti casi già abbondantemente dotate di patrimonio, a volte in misura eccessiva. «Uno dei lati positivi della regione è che secondo i nostri calcoli potremo finanziare la crescita nei paesi più importanti senza capitali addizionali. Anzi, se abbiamo un problema nell’area è che in molti paesi siamo sovracapitalizzati. E uno dei punti su cui, come altre grandi banche europee, stiamo facendo una forte azione di lobbying, è di avere la possibilità di gestire il capitale complessivo attraverso l’Europa in un modo più efficiente».
Quindi più impieghi all’Est, perché più redditizi, ma senza spaventare le Fondazioni, il cui braccino corto si era rattrappito negli ultimi tempi dell’era-Profumo. Ma, forse, anche un mettere le mani avanti: investire in Italia, nelle Pmi del Nordest, è rischioso e costoso. Meglio remunerare l’azionista con impieghi ancora più a Est, alle Pmi ci penserà qualcun altro.