Meglio un marchigiano sull’uscio, nella veste di Banca delle Marche, che pensare che gli imprenditori riminesi siano in grado di tirare fuori i 100 milioni, ammontare che viene stimato necessario per ricapitalizzare Banca Carim. In effetti i 100 milioni citati nell’articolo di Manuel Spadazzi rappresentano una cifra davvero esorbitante per la capitale del turismo (piccola domanda: di quale turismo? quello degli alberghi che non pagano gli stipendi ai dipendenti?), che discute se tenere aperto il Grand Hotel anche fuori stagione e che annaspa nelle classifiche del benessere redatte da Italia Oggi e dalla Sapienza (ah no: siamo primi per tempo libero, ultimi, cioè i peggiori, quanto a delinquenza).
Quella cifra rappresenta, grossolanamente, meno della metà del fatturato delle Industrie Valentini s.p.a., circa 1/5 di quello del Gruppo SCM, ovvero non sembra proprio lunare. Eppure, a quanto pare, a Rimini non li ha nessuno, 100 milioni. Nemmeno quelli che, grazie alla lungimirante politica degli impieghi di Banca Carim, hanno generato le perdite per le quali si è mossa Banca d’Italia (a meno che qualcuno non creda ancora alle favole sanmarinesi).
Evidentemente è meglio un marchigiano sull’uscio che un morto in casa. Soprattutto se giace in piazza Ferrari.