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Borsa Imprese

Gain responsibly.

Il Corriere della Sera di ieri, a firma di Federico De Rosa, dà notizia della cessione da parte di Diego Della Valle della partecipazione in Tod’s. Il giornalista, candido come la neve che cade in questi giorni sulla città delle vacanze, riporta che  in “una nota il gruppo marchigiano ha spiegato che la cessione del 10% di Tod’ s «risponde all’esigenza, più volte espressa dal mercato, di incrementare la liquidità del titolo, fattore ancora più importante ora, tenendo conto dell’ ingresso dello stesso nell’ indice Ftse Mib, dal prossimo 20 dicembre». (..) Con la cessione del 10% il flottante sale infatti al 32%. Il resto è in mano a un gruppo di soci stabili tra cui, oltre alla famiglia Della Valle con circa il 60%, ci sono il patron di Lvmh, Bernard Arnault, con il 3,4%, Oppenheimer con il 5,6% e i fondi dell’ americana Fidelity attraverso Fil Limited con il 2%. Tanto basta a De Rosa per sostenere che il motivo per cui Della Valle ha ceduto il pacchetto, dunque, è chiaro.

E’ chiaro, o meglio, sarebbe chiaro. In effetti, in un soprassalto giornalismo investigativo (nonché di realistico buonsenso), De Rosa conclude, en passant, ricordando al lettore che “c’è da dire che il patron di Tod’ s oltre a essere andato incontro alle richieste del mercato ha anche potuto approfittare del forte rialzo accumulato dai titoli del gruppo per capitalizzare. Da inizio anno le azioni Tod’ s hanno guadagnato oltre il 70%”.

E’ con grande senso di soddisfazione che si assiste a queste manifestazioni di capitalismo responsabile: aumentare il flottante, un pensiero dal grande respiro etico. D’altra parte, senza il coraggio di certi servizi giornalistici, chi mai potrebbe immaginare che le società si quotino in Borsa per motivi diversi da quelli di raccogliere capitali freschi, ridurre il peso del debito, crescere, investire in tecnologia, internazionalizzarsi?