La notizia del delisting di Granitifiandre, l’ennesimo di questi anni orribili per i mercati, delude operatori e giornalisti ma non scalda il dibattito accademico. Soprattutto, non scalfisce le granitiche certezze di tutti coloro che continuano a magnificare le sorti progressive che la quotazione dischiude (alla modica cifra di 1 mln.€/per year) a tutti coloro che vogliono crescere senza il fardello del debito, disponendo di capitale stabile, per fare nuovi investimenti, crescere, cogliere opportunità, creare valore etc…Opportunamente istruito, anche uno studente universitario è in grado di scrivere un prospetto informativo ante-quotazione, le parole sono sempre quelle, basta sceglierle bene e mescolare a piacere.
Quello che colpisce nella vicenda Granitifiandre riguarda l’atteggiamento di Romano Minozzi, l’azionista di maggioranza, ovvero lo stesso che quasi due anni fa annunciò a sorpresa, per poi ritirarla, la messa in liquidazione del gruppo Iris Ceramiche: gruppo con il quale Granitifiandre pare destinata al matrimonio (post-delisting). Posto che il Minozzi medesimo è libero di fare ciò che vuole -anche se due anni fa i suoi operai non devono aver passato delle belle feste di Natale- non si è molto distanti dal vero se si pensa che l’operazione abbia come scopo quello di ricomprare, col 50% di sconto (Opa lanciata a 4 € contro 8 € di quotazione) la parte residua di flottante e riprendere così il controllo.
La seconda cosa che fa riflettere sono le reazioni. Le riflessioni di alcuni articoli di stampa, che parlano di “feeling mai sbocciato” fra la società e gli investitori, dimenticano che le quotazioni di Borsa approssimano i fondamentali dell’azienda in un arco di tempo talmente ampio che occorrono almeno due o tre generazioni di investitori per rendersene conto. E come insegna la letteratura USA sull’argomento, irrazionalità e volatilità spesso prevalgono. Forse sarebbe il caso di cominciare a chiedersi, per davvero e non a puntate, sui libri e non sopra un blog, a cosa serva davvero la Borsa. Me lo chiedesse la casalinga di Voghera, io, in questo momento, non saprei rispondere.
Una risposta su “A cosa serve la Borsa 3.”
io nel gruppo iris (non direttamente ma in una controllata) ci ho lavorato per 8 anni quindi non mi sorprende il fatto che l’azienda venga ritirata dalla borsa (forse i bilanci non erano così veritieri).si può anche ipotizzare che il buon romano stia preparando un bel pacchetto per qualche fondo che vuole investire in un’azienda sana…
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