Rating settoriali – Esercizi commerciali
Fornaio: esercizio commerciale ad elevatissima redditività, con modesta necessità di nuovi investimenti, incassi costanti, clientela stabile, assenza di circolante.
Tabacchino: margini modesti, ma con elevato giro d’affari. L’ampiezza del volume d’affari può indurre in tentazione il titolare, che vedendo i soldi a fine giornata debordare dalla cassa, li pensa netti ed invece sono lordi. Ricca congerie di prodotti commercializzati, che rende il magazzino pressochè inattendibile, con l’ovvia eccezione dei valori bollati, delle sigarette e degli altri generi assoggettati ad imposta di fabbricazione. Tenta la diversificazione con le ricevitorie del Superenalotto, presenta margini di rischio in presenza di eccesso di prelievi e (ingiustificati) nuovi investimenti.
Alimentari: impresa con elevato grado di rischiosità, causa margini modesti e fortissima concorrenza da parte della grande distribuzione. I titolari sono generalmente incapaci di comprendere quanto rende l’impresa (normalmente quasi nulla) e se facessero bene i conti capirebbero che si guadagnerebbe di più a fare i dipendenti. Prelievi sia in denaro, sia in natura (non serve andare a fare la spesa), che rendono il fabbisogno finanziario tendenzialmente rigido ed incomprimibile.
Up-grade se vende prodotti tipici e di qualità, soprattutto se ha nell’insegna riferimenti regionali (dal Pugliese etc…), se la clientela è medio-borghese (viene a comprare tartufo e bottarga), se la collocazione è adeguata.
Down-grade se si trova vicino a supermercati e ipermercati, se ci lavorano più di due persone e la superficie espositiva è minima, se la clientela è composta prevalentemente da anziani.
Cioccolataio: fa la figura del cioccolataio, serve dire altro?