Stefano Elli, su Plus 24 di sabato, ripercorre le vicende di Banca MB.
“Mb, commissariata da 18 mesi e oramai giunta a fine corsa. Il commissariamento è stato già prorogato al prossimo marzo e difficilmente potrà essere reiterato. Dunque Banca d’Italia dovrà scegliere: o restituire la banca ai suoi azionisti, oppure decretarne, insieme al ministero dell’Economia, la liquidazione coatta amministrativa. Il che tecnicamente equivarrebbe a un fallimento. Ora, tramontata l’ipotesi dell’intervento di un investitore esterno (l’ipotesi Centrale finanziaria sembra archiviata), non sembra che la banca versi nelle condizioni migliori per un ritorno all’amministrazione ordinaria. A ipotecare il futuro della banca sono 433 milioni di crediti ancora vivi, di cui almeno 50 milioni incagliati eredità degli affidamenti concessi nel tempo ad azionisti di primo piano: a cominciare dal gruppo Mariella Burani Fashion Group, sul cui fallimento, a propria volta, sta indagando il pm Luigi Orsi.”
I crediti non sembrano proprio vivi, se almeno 50 milioni di essi sono vantati nei confronti di uno dei più bei crack degli ultimi anni e se i commissari hanno deciso, contrariamente a quanto accade di solito, di bloccare le disponibilità di tutti i correntisti. Se l’operatività fosse possibile, vi sarebbe una qualche sorta di liquidità utilizzabile, legata ad incassi e pagamenti dei soggetti affidati, a bonifici, etc…Insomma, i crediti sembrano vivi solo perché sono dei non-morti: e, a quanto pare, dev’esserci qualcosa di anche peggio di Mariella Burani.
Una risposta su “Crediti (non) vivi.”
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