Insufficiente adozione di strumenti di mercato
L’impianto generale del decreto prevede una sostanziale riorganizzazione degli strumenti di incentivazione per le fonti rinnovabili, imprimendo una sterzata al percorso originale, quello coerente con le liberalizzazioni e con un utilizzo preferenziale di efficienti meccanismi di mercato. Si nota infatti un orientamento verso meccanismi amministrati che, oltre a non dare garanzie sulla capacità di minimizzare i costi di sistema, risultano pure distonici rispetto alle logiche di fondo da cui muovono tutte le principali direttive e decisioni UE di settore, tutte orientate a rafforzare il ruolo dei mercati regolati e della concorrenza, anche per rafforzare sicurezza, adeguatezza, economicità, qualità ed ecocompatibilità del sistema energetico e dei suoi servizi. È ben vero che il decreto prevede il ricorso ad aste, per la scelta dei progetti da incentivare, ma lo fa con modalità tali da lasciare amplissimi varchi al rischio di inefficienze e, addirittura, di inapplicabilità.
Dal Documento dell’Authority per l’Energia
L’ottimo Newclear, nel frattempo, ci ricorda che il costo per le energie rinnovabili è cresciuto di oltre il 50%.