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L’insostenibile leggerezza dell’intangibile.


Il Sole 24 Ore Centro-Nord di ieri si occupa di moratoria, di Basilea 3 e di rapporto banca-impresa, titolando in modo eloquente un’intervista ad un collega docente universitario “Ancora troppa rigidità con le aziende“.
Tralasciando la questione di Basilea 3, che come tutte le medicine severe per le malattie gravi non può essere gradevole, l’intervista rilancia, inaspettatamente, il noioso refrain della valutazione degli intangibles delle imprese. Anzi, per non saper né leggere né scrivere, si aggiunge anche che “l’enfasi sui bilanci, soprattutto nei grandi gruppi, appare un po’ eccessiva.” E ancora, in palese contraddizione, a richiesta di quali documenti le banche dovrebbero utilizzare per valutare l’affidabilità delle imprese, la risposta sorprendente è: “Servono altri indicatori, come la crescita del settore-distretto o il ruolo dei brevetti. Ma quando parliamo di brevetti parliamo di beni intangibili, molte banche non sono preparate a misurarli e le Pmi sono quelle più penalizzate nella valutazione dell’immateriale. Su questo terreno sono certamente favorite le piccole banche…(corsivo dell’A.)”. Non si capisce come le piccole banche possano essere attrezzate per aiutare le Pmi a valutare gli intangibles, né come il radicamento sul territorio possa supplire alla mancanza di conoscenze tecniche; ma, soprattutto, non si capisce perché non si dovrebbero più guardare i bilanci, a partire proprio dai grandi gruppi (che almeno li fanno in maniera semi-decente). E, per finire, la tecnologia e la ricerca sono una gran cosa e gli intangibles, Dio non voglia, non possono essere trascurati nella valutazione delle imprese; ma gli hard numbers, quelli che nemmeno gli americani hanno mandato in pensione, quelli non li guardiamo più? Tanti auguri alle banche, sempre più popolate, nell’immaginario di qualcuno, da apprendisti stregoni; e tanti auguri alle imprese, in particolare a quelle che hanno solo, di tangible, il loro lavoro.

Di johnmaynard

Associate professor of economics of financial intermediaries and stock exchange markets in Urbino University, Faculty of Economics
twitter@profBerti

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