Categorie
Borsa Rischi Risparmio e investimenti

Truffati, intervistati e nervosetti.

Truffati, intervistati e nervosetti.

Sabina Guzzanti, dalla rete.

Allora c’è questa storia della truffa e…
«E voi, sui giornali, la state raccontando male, malissimo… Uff!».
Prosegua.
«No, non proseguo».
Su…
«Allora. Mi ascolti bene: la notizia è che io sono stata truffata. Punto e basta. Invece, per assurdo, qui sta passando il concetto che io debba giustificarmi di aver fatto qualche investimento… Pazzesco, non trova?».
Senta: non sarà che a lei sembrano pazzesche e anche seccanti, molto seccanti, le critiche che le vengono mosse sul suo blog? Da giorni lei viene accusata, e rimproverata, di aver cercato guadagno facile con i trucchi della finanza…
«Ma lo sa bene anche lei, lo sa bene che sui blog scrivono quelli più ossessionati…».
Non offenda quelli che scrivono sui blog.
«Io non li offendo, ma è esattamente così. Si sono gasati, poverini, hanno letto certi articoli e si sono messi a pontificare, a dirmi quello che avrei dovuto fare e non fare, con i miei soldi».
Lei li ha anche definiti «svitatelli», «persone poco strutturate», «esaltati che non hanno capito una cippa».
«Senta: uno è arrivato a scrivere che i miei soldi avrei dovuto investirli aprendo un bar… Io? La barista? No, dico: si rende conto di qual è il livello della polemica? E però la colpa è vostra, di voi che sui giornali avete parlato solo di me e di Massimo Ranieri, mentre ad essere truffati siamo stati a decine. Perché non avete pubblicato anche le foto degli altri? È giornalismo, questo?».

Segue intervista a Sabina Guzzanti.

NdR: la truffa è quella ai V.I.P.

 

Categorie
Banche Crisi finanziaria

Forced salvation.

Forced salvation.

E pensare che gli irlandesi salvarono l’Europa. Ora devono salvare forzatamente le loro banche e sperare che la signora Merkel non maramaldeggi, come con il Portogallo o la Grecia.

Categorie
Rischi

Non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.

Non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.


(..) in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.

Alexander Supertramp (Christopher McCandless), lettera spedita a Ronald A. Franz

 

 

Categorie
Banca d'Italia Banche Consob

Sceriffi senza pistole.

Sceriffi senza pistole.

La Consob e le autorità di controllo in generale corrono gli stessi rischi di uno sceriffo che, pur senza pistole, si trova accusato di non far rispettare la legge in città. La sentenza della Cassazione che chiede alla Consob di risarcire degli investitori dopo il fallimento di una Sim è un episodio emblematico di una stagione che può essere ricca d’incognite, senza vantaggi per nessuno.

Donato Masciandaro, Il Sole 24 Ore, 15 marzo 2011

Categorie
Silvio Berlusconi Stato

Ben vengano i francesi.

Ben vengano i francesi.

(..) Perché il Governo finge di assumere il ruolo di difensore dell’interesse nazionale in campo societario quando non è in grado di difenderlo in politica estera? A chi giova questo nazionalismo economico? Non certo al paese. Quando la Ford voleva comprare l’Alfa Romeo, si preferì svenderla alla Fiat. Ci persero i contribuenti, i consumatori e gli operai dell’Alfa. A guadagnarci non fu neppure la Fiat. Il regalo ritardò solo la crisi. Lo stesso vale per l’Alitalia. Invece che venderla ai francesi di Air France, si è preferito svenderla a una cordata italiana, con grave danno di contribuenti, clienti e dipendenti. Non è difficile prevedere che Air France finirà per comprarla a un prezzo più basso.
Il nazionalismo, dunque, è solo un pretesto. Da un lato, il Governo lo usa per proteggere il suo diritto a intervenire nelle scelte societarie, diritto che non avrebbe in caso di proprietà straniera. Dall’altro, l’establishment industriale e finanziario lo usa per difendere le sue posizioni, posizioni sempre più a rischio in un mondo globalizzato. Ma questo “splendido isolamento” culturale è una camera a gas per i giovani. Secondo un’indagine recente, oltre il 60% dei manager italiani non si trova bene in Italia e sarebbe disposto a fare subito le valigie. Non è un caso che molti tra i migliori manager italiani lavorino all’estero: da Diego Piacentini, vicepresidente di Amazon, a Guerrino De Luca, ex amministratore delegato di Logitech; da Vittorio Colao, amministratore delegato di Vodafone, a Toni Belloni, numero due di Lvmh, solo per citare alcuni esempi. Il nostro sistema nazional-popolare non premia la competenza ma la fedeltà. Per questo si sente il bisogno di barricarsi contro lo straniero, perché queste scelte di fedeltà, fatte in circoli chiusi invece che sul mercato, rendono le nostre imprese deboli. L’isolamento serve a preservare il potere di chi non se lo merita.
Se questa è la scelta, ben vengano i francesi. Con tutti i loro difetti, hanno un rispetto per la professionalità e la competenza sconosciuto al nostro establishment.

Luigi Zingales, Il Sole 24 Ore, 25 marzo 2011

Categorie
Educazione Rischi Università welfare

Ma i rischi?

Ma i rischi?


(..) dalla malattia si esce o si può uscire. La malattia può essere affrontata e respinta, battuta. Ma i rischi? I rischi nascono, proliferano, si moltiplicano, ma non sono pressoché mai sconfitti, mai battuti, perché per un rischio che se ne va un rischio arriva, e magari due o tre, a prenderne il posto. Per le malattie ci sono le medicine. Ma per i rischi? Sono molto più infidi, segreti, oscuri, traditori delle malattie. C’è dunque in giro una vera e propria ripulsa del rischio. Che diventa psicosi, ossessione, fobia per quanto riguarda non semplicemente i bambini ma i figli più in generale – quale che sia la loro età. Il cinema, non solo quello italiano, abbonda ormai di storie di figli che non vogliono uscire di casa perché, lavoro o non lavoro, soldi o non soldi, non si sentono ancora pronti ad assumersi responsabilità, non si sentono ancora adulti e, in ultima analisi, non gli va neppure di diventarlo. Figli che dichiarano di sentirsi ancora adolescenti
a trent’anni e anche di più. E – e qui sta il bello – che non avvertono alcun
disagio a sentirsi ancora adolescenti a trent’anni e passa. Non per niente un nostro ultratrentenne su tre vive ancora nelle famiglie di origine, coi maschi in netto vantaggio sulle femmine. Sono le generazioni che non vogliono correre rischi, che prima di fare un passo pretendono di avere assicurazione che il terreno non gli cederà sotto i piedi. L’Italia le ha allevate con cura, queste generazioni, ma sembra che più in generale l’occidente si appresti a seguire
questa strada.

Roberto Volpi, Il Foglio, 25 marzo 2011.

Categorie
Educazione Felicità Rischi Università

Chi non rischia, non afferra.

Chi non rischia, non afferra.

Se non vuoi correre il rischio di trovarti male fuori dalla tua famiglia di origine, in fondo non hai che da restarci il più a lungo possibile, magari per sempre. La cosa è possibile, perché quello che non ti veniva concesso prima non raramente ti viene perfino consigliato oggi. Sono spesso i genitori a mettere in guardia i figli dall’uscire di casa senza prima avere bene concretizzato, una dopo l’altra, tutte le condizioni per una fuoruscita “senza rischi”. Chiediamoci perché l’Italia ha una proporzione tanto alta di famiglie che vivono in una casa di proprietà (oltre il settantadue per cento, più un altro dieci per cento con forme di godimento gratuito) e perché questa proporzione non conosce flessioni nonostante che da due decenni almeno non si faccia che lamentare le difficoltà dei giovani a trovare lavoro e gli alti tassi di disoccupazione giovanile.
I giovani restano più a lungo in famiglia, certamente. Ma soprattutto le famiglie si preoccupano di comprare o di costruire loro stesse in economia, se possono,
e anche quando non possono, un appartamento perché il figlio ultratrentenne possa lasciare il nido senza correre rischi. La cosa più strabiliante, a pensarci, è
che tutto questo avviene in un tempo in cui l’orizzonte mai è stato tanto carico di “rischio”: il tempo della globalizzazione, della mondializzazione delle sfide, della concorrenza aperta e a tutto campo, del niente è più acquisito una volta per tutte, perché tutto può sempre cambiare da un momento all’altro. E dunque chi non rischia non afferra, non stringe, non porta a casa alcunché. Lo dicevano i nostri nonni, mangiati via dall’era digitale, mentre noi digitalizzati a furia di voler risparmiare loro “rischi inutili” abbiamo gettato i nostri giovani in bocca al più famelico e fatale, culturalmente parlando, dei rischi: quello di mettersi a rincorrere il miraggio del posto fisso nella pubblica amministrazione saltabeccando da un concorso all’altro, da un palasport all’altro (ci vogliono i palasport, in Italia, per contenere i pretendenti a un posto di vigile urbano o di usciere in un comune).
E’ terribilmente fuori tempo tutto questo.

Roberto Volpi, Il Foglio, 25 marzo 2011

Categorie
Banche Imprese Rischi Risparmio e investimenti

Nun ci dari!

Nun ci dari!

George Washington Wilson, Vecchio siciliano.

Pensa a mmia: nun ci dari!(*)

(*): criteri per la valutazione del merito di credito e la tutela del risparmio dei depositanti in Sicilia. Trad.: pensa a me, non darglieli!

Categorie
Capitalismo

E con tutto il rispetto per il pollame.

E con tutto il rispetto per il pollame.


“Quello italiano è il capitalismo più accogliente al mondo. C’è uno shopping continuo e senza limiti. Siamo dei polli, per non usare un altro termine e con tutto il rispetto per il pollame”.

Arnaldo Borghesi, Il Foglio, 24 marzo 2011

Categorie
Rischi Risparmio e investimenti

VIP (Very Ingenuous People).

VIP (Very Ingenuous People).

Ingenuo è un aggettivo generoso per definire il comportamento di personaggi certamente ricchi, in grado di pagare un consulente indipendente, non frustrati dalla vana ricerca di extra-rendimenti come il resto del mondo. Ma al posto di ingenui, in inglese, il vocabolario fornisce aggettivi più offensivi e hai visto mai che qualcuno si alteri.

A leggere le cronache della truffa organizzata dalla Egp Italia, i cui clienti venivano convinti ad investire in obbligazioni emesse dalla lussemburghese Dharma Holdings, non solo sembra che il tempo si sia fermato (jm a suo tempo fu consulente del PM in un processo per una truffa analoga) ma, soprattutto, si rimane sconsolati. Non servono regole, non servono Fiamme Gialle, non servono Consob, guardie e guardiani. Non serve proteggere i piccoli, se pure i grandi risparmiatori mostrano un’ingenuità tale, da ritenere che la combinazione rischio-rendimento sia un’invenzione di qualche accademico noioso. Non serve nulla, a quanto pare servono solo le scottature: le scottature, gravi, per quelli che cercano gli extra-rendimenti.

Ma non c’è salvezza. I miliardari sono irredimibili.

Sindacato miliardari, io gli ho dato quei denari
e non li ho visti più, e neanche lui,
dimmi tu, un domani che dovessi aver
bisogno di quei soldi
allora che farò?
Sai com’è… non si sa mai…

Un domani… ma quel domani è già qui
è diventato oggi tanto in fretta
le mie mani frugano in tasca
e non c’è neanche più una mezza sigaretta
ma un amico resta un amico, lo so
la zecca ha fantasia, il cuore no.

Paolo Conte