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Non riusciamo a prevedere i grandi eventi umani.

Non riusciamo a prevedere i grandi eventi umani.

(..) Nella celebre favola, I vestiti dell’Imperatore, è un bambino a far notare che il re è nudo, nella vita vera invece può capitare il contrario: che sia una regina a dire che l’economia è nuda. Due anni fa la regina Elisabetta inaugurò un nuovo edificio della London School of Economics. Sua Maestà, in genere sempre molto parca nell’esprimere la propria opinione, si è rivolta agli economisti che facevano gli onori di casa, per chiedere – con apparente innocenza –, come mai tutta la sofisticata scienza economica non fosse stata in grado di prevedere la crisi.

Forse la sua non era semplice curiosità. Nel corso del 2008 Sua Maestà aveva perso qualcosa come 40 milioni di dollari. Luis Garicano, docente di Economia e Strategia alla Lse le ha risposto che «a ogni fase c’era qualcuno che faceva affidamento su qualcun altro, e tutti credevano che stessero facendo “la cosa giusta”». Ma evidentemente non era così. Né si è ancora capito quale sarebbe stata la cosa giusta da fare. Come tutti sanno (economisti compresi), c’è una differenza enorme fra il comportamento individuale e quello collettivo. Conformarsi e fare quello che fanno gli altri, paga quasi sempre. La gran parte dei trader agisce così, è risaputo: legge gli stessi giornali, riceve le stesse indiscrezioni, sottoscrive gli stessi rapporti, compra quando stanno comprando tutti e vende quando stanno vendendo tutti. Qualche fortunato vende (o compra) un po’ prima degli altri e fa un mucchio di soldi, ma aveva davvero previsto gli alti e i bassi del mercato? Se questa fosse una questione scientifica, allora nessuno sarebbe in grado di prevedere nessuno. Se pochi eletti potessero accedere al software giusto in grado di fare previsioni, sarebbe come avere una bacchetta magica: guadagnerebbero ogni volta di più. Ma le bacchette magiche non esistono e nemmeno i programmi in grado di fornire previsioni infallibili. Anche a Warren Buffett capita di perdere ogni tanto: secondo «Forbes» 25 miliardi in dodici mesi (ben più dei milioni di dollari della Regina; ma lui è molto più ricco).

Il problema con le previsioni non dipende dalle nostre scarse capacità divinatorie, anzi, direi che ce la caviamo bene in materia. È impossibile vivere senza fare previsioni. E siamo anche piuttosto bravi a prevedere i rischi. Se giochiamo alla roulette, sappiamo che c’è una probabilità su 37 che esca lo zero. Quello che non possiamo prevedere è l’imprevedibile: il mattone che cade da un terrazzo, un terremoto, la nube di cenere prodotta da un vulcano islandese (la scienza non è ancora in grado di fare grandi previsioni per questi fenomeni “naturali”). La cosa più sbalorditiva – ed è per questo che la Regina aveva ragione di essere sorpresa – è che non riusciamo a prevedere i grandi eventi umani. (..)

Donald Sassoon, Il Sole 24 Ore, domenica 6 marzo 2011