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Banche Energia, trasporti e infrastrutture Fabbisogno finanziario d'impresa

La comune mancanza del pudore.

La comune mancanza del pudore.

Albrecht Durer, Adamo ed Eva

(..) il settore imprenditoriale è variegato, soprattutto nelle articolazioni locali: Confindustria Padova e Unindustria Bologna temono che il decreto Romani blocchi gli investimenti in energia pulita.

Il ministro rilancia. «Le banche italiane hanno sempre espresso condivisione sulla necessità di calmierare il fenomeno. Caso strano – sorride Romani – a lamentarsi sono invece le banche estere». Entro due settimane saranno noti gli incentivi in vigore dal 1° giugno. Per delineare i nuovi incentivi è stato fissato martedì un incontro con aziende, banche e associazioni.

Secondo Boccia «è indispensabile un processo di razionalizzazione». A suo parere, il sistema italiano «è stato troppo generoso: con l’installazione degli impianti già autorizzati per il solo fotovoltaico, ad esempio, si determinerà un aumento del prezzo dell’energia pari al 20% rispetto a quello della borsa elettrica». Secondo i conti di Boccia, la spesa potrebbe arrivare a 3,7 miliardi. «È impensabile che tale aumento possa gravare principalmente sulle Pmi, che già pagano l’energia elettrica circa il 37% in più dei principali competitor europei». L’obiettivo è arrivare a parametri di sostegno analoghi a quelli di Germania e Francia. Anche se il malcontento delle aziende del settore verde è per Boccia comprensibile e «cambiare le regole in corso d’opera non facilita la programmazione degli investimenti», per le Pmi confindustriali il riequilibro va fatto anche per contenere le speculazioni. Conferma Conte che «lo sviluppo della filiera delle rinnovabili è un’opportunità importante», tuttavia occorre interrogarsi «sulla reale efficienza del sistema attuale e soprattutto su quanto questa incida sul costo dell’energia».

Più cauta Confindustria Padova. «L’incognita incentivi sta avendo pesanti ripercussioni sull’intera filiera delle energie rinnovabili e, in assenza di correttivi da parte del governo, rischia di ridimensionare un settore che a Padova e in Veneto ha dimostrato grande vitalità», osserva il presidente Massimo Pavin. «La reazione dei produttori va ascoltata e recepita in un percorso meno drastico verso il nuovo sistema di incentivi e, soprattutto, non retroattivo. È quanto dirò personalmente al ministro Maurizio Sacconi che incontrerò lunedì». Le regole – dice – non possono essere cambiate in corsa. «I patti vanno onorati, specie da parte dello stato».

E contro il decreto si mobilita anche l’Unindustria Bologna, che ha mandato ai parlamentari una lettera aperta. Il presidente Maurizio Marchesini dice che «centinaia di piccole e medie imprese industriali e di altri settori hanno subito effetti immediati e devastanti, con danni incalcolabili in soli pochi giorni».

Il Sole 24 Ore, sabato 12 marzo 2011

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Crisi finanziaria Energia, trasporti e infrastrutture Ripresa USA

Shock (?) oil.

Shock (?) oil.

Caroline Baum, con la consueta acutezza, esprime su Bloomberg le sue condivisibili perplessità riguardo agli allarmi lanciati riguardo al prezzo del petrolio. La Baum, nel titolare che il petrolio a 100 $ ha per effetto quello di uccidere le cellule cerebrali, parla di HOPS o high oil price syndrome, ovvero della sindrome che affligge tutti coloro che collegano automaticamente il rialzo dei prezzi del petrolio all’inflazione. Le considerazioni della Baum sono interessanti e vale la pena leggersele, anche per apprezzarne la secchezza e l’efficacia. Varrebbe la pena che su di esse riflettessero anche tutti coloro (i.e. il direttore generale di Confindustria Galli, ma anche tutti i “guardiani” dei tassi di interesse) che fino a qualche tempo fa paventavano la recessione e che ora, strillando più forte, temono l’inflazione. Dimenticando che avere tassi di interesse bassi, costi delle materie prime in diminuzione, piena occupazione, Borse in crescita, profitti pure, assomiglia un po’ troppo al Paese dei balocchi: è una favola.