Pensione Iris, cucina casalinga.
Salari a due velocità.
Vengo dal Mezzogiorno e lavoro in Romagna, sono uno chef di cucina e guadagno duemila euro al mese dei quali più della metà in nero. E’ così e direi che non posso farci niente: o accetto queste condizioni o vado a casa. Ho degli amici che fanno il mio stesso mestiere al Sud, guadagnano 400-500 euro in meno ma tutto in busta e tutto dichiarato…
Lettera di commento di un lettore sul Corriere della Sera del 4 aprile 2011 ai dati sull’evasione fiscale.
Non è questione di differenziali salariali, come adombra il titolista del Corriere, o perlomeno non si tratta solo di quello. Basterebbe, al riguardo, osservare la diversità del costo della vita fra Nord e Sud per rendersene conto. No, non è appena questione di salari diversi: è che pagare in nero serve a comprimere i costi, per continuare ad offrire servizi e prodotti al ribasso, la pensione completa a 29 € al giorno più biglietto di Mirabilandia, per inseguire sempre e soltanto il turismo povero e non crescere mai. Il turismo di coloro che non si rendono conto che pagare 29 € al giorno è completamente fuori dalla realtà. L’evasione fiscale serve, fra l’altro, a distruggere la qualità: se mai c’è stata, la qualità.
Una risposta su “Pensione Iris, cucina casalinga.”
[…] contribuito a generare un tipo di turismo rozzo ed incolto, anche gastronomicamente; e se la mitica Pensione Iris con vista ferrovia ne rappresenta l’archetipo, il prezzo della pensione completa a 29 € fa […]
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