Non stressarmi.
La prossima scadenza degli stress test non piace alla Germania. Come ricorda il corrispondente del Sole 24 Ore da Francoforte, Beda Romano, “la Bundesbank e il BaFin hanno chiesto il rinvio di due settimane dell’esercizio che dovrebbe valutare la solidità di circa 90 istituti di credito. La richiesta è probabilmente strumentale e minoritaria, ma dà la misura di come le banche tedesche, soprattutto quelle pubbliche, siano preoccupate per questa prova. In un comunicato ieri mattina la Banca centrale tedesca e l’ente responsabile della vigilanza sui mercati hanno detto che a causa di «rinvii nella definizione di importanti parametri» sarebbe utile spostare di due settimane la scadenza di fine aprile entro la quale gli istituti di credito dei 27 paesi dell’Unione devono inviare all’Autorità bancaria europea (nota con l’acronimo inglese di Eba) i dati relativi agli stress-test. Proprio oggi l’Eba dovrebbe pubblicare la definizione di capitale che verrà utilizzata nell’esercizio. A differenza che negli stress test dell’anno scorso verrà considerato il Core tier 1 capital e non il semplice Tier 1 capital. Già questo aspetto rende la prova più rigorosa di quella effettuata nel 2010, criticata da più parti perché ritenuta troppo debole. Ieri da Vienna, il presidente dell’Eba, Andrea Enria, ha promesso una definizione «molto conservatrice» del capitale.
Dietro alla richiesta tedesca si nascondono timori su come verranno valutate le partecipazioni silenziose, che nel diritto tedesco sono quote di capitale senza diritto di voto. Molte Landesbanken beneficiano di questi fondi, criticati da molti specialisti per non essere abbastanza trasparenti. Nel chiedere un rinvio di due settimane degli stress test le autorità tedesche hanno inevitabilmente sollevato non pochi sospetti sul reale stato di salute delle loro banche.“