Stimolando l’afflusso del risparmio (approcci culturali).
Il neo-presidente della Consob, Vegas, nella sua relazione annuale per il 2010 non ha mancato di sottolineare che “la Consob intende adoperarsi per lo sviluppo del mercato azionario agendo sul sistema delle regole che determinano i costi di quotazione e, per quanto possibile, stimolando l’afflusso del risparmio verso la borsa.”
E, sempre nell’ambito della relazione odierna, si è anche affermato che “è tempo di un diverso approccio culturale, che superi quello in base al quale è meglio disporre di una solida quota di controllo in un’impresa che, per questo motivo, è costretta al nanismo, piuttosto che mantenere una partecipazione, magari più risicata, in un’impresa che cresce ed è in grado di aggredire i mercati mondiali.”
Difficile aspettarsi che il Presidente di un’Autorità Pubblica, preposta al controllo di un mercato, rappresenti le vere criticità di quello stesso mercato, che ove rappresentate correttamente farebbero sorgere più di un dubbio a chi ancora non ne nutre al riguardo. Ma affermare che i costi della quotazione allontanano le imprese dalla Borsa significa prima di tutto sconfessare una privatizzazione che, con tutti i suoi limiti, resta il tratto caratteristico di tutti i mercati sviluppati e, in secondo luogo, non mettere mai in discussione la vera questione del capitalismo familiare italiano, i cui limiti sono quelli di un capitalismo straccione. Al quale sarebbe il caso di non tenere bordone, considerando magari che alcuni campioni nazionali, sono internazionali pur non essendosi mai quotati. Oppure Ferrero e Barilla devono essere considerati nani?