Poison pill.
Le poison pill possono far bene a Piazza Affari. Non manca un piccola provocazione nel primo discorso al mercato finanziario pronunciato ieri dal neo presidente della Consob Giuseppe Vegas all’assemblea annuale della autorità di vigilanza. Se in Italia il peso degli azionisti forti nelle società quotate continua ad aumentare – le società controllate di diritto o di fatto sono sono passate da 156 a 178 dal 1998, l’anno del Testo Unico della Finanza (Tuf) – la responsabilità è anche della difesa ad oltranza del principio della contendibilità delle imprese, un valore promosso proprio dal Tuf. «L’effetto indesiderato – ha sottolienato Vegas – è stato quello di accentuare la chiusura degli assetti proprietari delle imprese» al fine di evitare quelle scalate indesiderate che la normativa proteggeva. E allora – è la riflessione-provocazione del presidente della Consob – consentire alle società di inserire statutariamente maggiori poison pill (pillole avvelenate) o voti multipli in funzione anti takeover – strumenti cui si fa frequente ricorso in al legislazioni (Usa o Europa del Nord) – potrebbe rendere gli azionisti forti meno ossessionati dell’esigenza di puntellare gli assetti di controllo. Accettando pertanto di disboscare almeno in parte quel reticolo di patti di sindacato e piramidi societarie che caratterizzano Piazza Affari e bloccano il mercato delle quote proprietarie.
Così ieri il Sole 24 Ore sulla Relazione annuale della Consob: mostrando che sul tema del mercato del controllo delle imprese e degli assetti proprietari si può dire tutto ed il contrario tutto senza timore di apparire contraddittori. Ma, a parte i caveat che lo stesso articolo propone in finale (le poison pill finirebbero per rendere ancora meno contendibile il mercato stesso), a nessuno viene il dubbio che quando ci si quota l’ultimo dei problemi degli offerenti sia la contendibilità? O forse, poiché il sacro principio della contendibilità è scritto in ogni manuale che si rispetti, la realtà va adattata al manuale e non il manuale alla realtà?