After the ordeal (again about BPM’s shareholders meeting).

L’ineffabile Gianni Credit (il cui nom de plume poteva essere oggetto di qualche sforzo di fantasia supplementare), sul sussidiario.net di oggi parla della vicenda BPM, fra l’altro con queste parole.”La Banca Popolare di Milano presenta – non da oggi – dei profili problematici per la governance interna: ma tanto per cominciare Draghi, in cinque anni, non solo non li ha risolti, ma non li ha neppure affrontati (troppo impegnato al vertice del Financial Stabilty Board). Nel frattempo, la stessa Bpm non è fallita, il ricorso ai Tremonti-bond è stato limitato e in fondo non era indispensabile: centinaia di altre banche, altrove, hanno dato a banchieri centrali, azionisti, dipendenti, clienti, contribuenti problemi infinitamente maggiori (ed erano spesso grandi public company quotate, non cooperative).”
Ora, è noto che JM sia da tempo accanito sostenitore del lavoro del Governatore Draghi. Al netto del tifo e della preferenza, credo sia solo un eccesso polemico quello che porta il buon Gianni C. ad inveire contro Bankitalia, che non ha affrontato né risolto i problemi di governance interna alla BPM. Davvero Gianni C. fa finta di non sapere che la governance interna non può essere decisa dall’alto e che il regolatore può, al più, esercitare la moral suasion, nelle Bcc come nella BPM? E, ancora: se il ricorso ai Tremonti-Bond non era indispensabile, perché Ponzellini & co. lo hanno fatto? E’ così consolante sapere che, poiché altri si sono trovati in problemi maggiori, in finale quelli di BPM sono accettabili? Non è la Vigilanza a doversi occupare del prezzo di Borsa del titolo della Banca Popolare di Milano, ma non si è mai visto il mercato -irrazionale, stupido, euforico, e via aggettivando- bastonare così a lungo una banca: sopruso capitalista contro bontà cooperativa?
Gianni C. difende Fazio e le sue scelte contro quelle di Draghi. Come sempre, il povero Fazio viene assolto in quanto colpevole di essere cattolico (anche il fondatore del blog lo è: non pensa, per questo, di giustificare la propria dabbenaggine quando la stessa, ahimè, viene fuori) e di avere ceduto solo agli assalti della malvagia finanza laica: continuo a pensare che la vera colpa di Fazio sia stata quella della dabbenaggine. A proposito della quale, Gianni C. sostiene che il trascurabile reato di insider trading, commesso dall’ex-Governatore nelle sue telefonate notturne al sodale Fiorani sia, al più, un mezzo non convenzionale.
La conclusione di Gianni C. è giustamente coerente con le sue convinzioni:”Ecco, l’estensore di questa piccola nota, non ha un suo candidato per la successione a Draghi. Ha invece la convinzione che debba essere meno formalmente ideologico e meno sostanzialmente latitante del Governatore uscente. E che della tradizione interna della Banca d’Italia – che resta certamente un “patrimonio del Paese” – recuperi anche quello che il predecessore Fazio (non diversamente da Ciampi, Baffi, Carli, Menichella ed Einaudi) non aveva certo trascurato: l’attenzione per l’Azienda Italia e per le sue banche. Tutte.”
Viene sempre il dubbio che Gianni C.una banca vera l’abbia vista, andando nel back-office e non solo negli ovattati saloni dei consigli. Se l’avesse vista saprebbe che la “latitanza” del Governatore è stata tale che negli ultimi anni la frequenza delle ispezioni si è talmente infittita da essere talvolta infrannuale, a tutti i livelli e le dimensioni. Al punto che qualcuno, prima del Forex di marzo, se ne lamentò, in maniera anonima, definendola asfissiante. Se questa è latitanza.
2 risposte su “After the ordeal (again about BPM’s shareholders meeting).”
chi si “nasconde” dietro la firma Gianni Credit?
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Non lo so, ma non mi piace nulla di quello che scrive. Mi sembra che viva in un mondo tutto suo, fuori dalla realtà.
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