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Quotare un po’ di debiti: e poi?

Quotare un po’ di debiti: e poi?

Quotazione o cessione di una minoranza. Due ipotesi per il futuro prossimo dell’Ac Milan, dopo la sentenza del Tribunale di Appello di Milano che ha condannato la Fininvest della famiglia Berlusconi, proprietaria del club rossonero, a risarcire con 560 milioni di euro la Cir di Carlo De Benedetti. L’Ipo, secondo indiscrezioni, sarebbe una delle idee sul tavolo con destinazione l’Hong Kong Stock Exchange, dove già il Manchester United debutterà con l’obiettivo di raccogliere 1,7 miliardi di sterline. Secondo indiscrezioni i dirigenti della Borsa asiatica, dove già si è quotata Prada e che punta ad attrarre marchi italiani conosciuti in tutto il mondo, avrebbero mostrato interesse per l’Ipo del Milan. Quest’ultimo resta un brand tra i più noti in Asia dove può contare su milioni di tifosi.

Altra opzione potrebbe vedere la Fininvest cedere una minoranza corposa del Milan in aumento di capitale. La holding dei Berlusconi potrebbe restare in maggioranza, ma il club avrebbe le risorse necessarie agli investimenti grazie al nuovo socio. In passato si erano avvicinati al dossier investitori arabi e il gruppo petrolifero russo Gazprom. Proprio la strada russa sembra ipotizzabile viste le buone relazioni tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin e altri oligarchi di Mosca. L’opzione di un disinvestimento della Fininvest circolava in ambienti finanziari, ormai da alcune settimane, in prossimità della decisione del Tribunale di Appello di Milano.

Così Carlo Festa su Finanza e Mercati del 12 luglio. JM è notoriamente di sponda nerazzurra, ma ricorda bene i bilanci pre-IPO di Lazio e Juve, per non parlare della Roma. Furono quotazioni fatte per fare cassa, debiti venduti al mercato, senza neppure prospettive reali di sviluppo. Solo la Juve sta completando l’investimento nello stadio di proprietà che tuttavia, dal punto di vista del gioco, ha lo stesso effetto che ha sulla qualità dei prodotti la proprietà del capannone dove ha sede la manifattura. Perché il merchandising e tutto il resto sono una gran bella cosa, ma non c’è garanzia di buon calcio e risultati solo con lo stadio di proprietà. D’altra parte, lo stesso Manchester che si quota a Hong Kong non riuscendo a pagare gli stipendi chiese ai suoi stessi campioni di sottoscrivere propri bond.

Silvio Berlusconi ha già venduto una volta i suoi debiti al mercato, grazie a Cesare Geronzi. Ma era la Fininvest e si tratta di un’azienda che soddisfazioni agli azionisti ne ha date. Il Milan ha dato purtroppo soddisfazioni ai suoi tifosi, ma il bilancio piange un profondo rosso, di oltre 69 milioni di euro. Perché comprare azioni di una società che difficilmente distribuirebbe dividendi? Infine, l’ipotesi della cessione della minority potrebbe avere senso se accompagnata alla quotazione, per rendere liquido l’investimento: ma chi avrebbe interesse ad acquistare una società dove il Presidente quando si sveglia la mattina vede nello specchio il suo ego smisurato e lo idolatra? Quale oligarca farebbe il portatore di borracce a Galliani? E quale sceicco? Il calcio è un bellissimo giocattolo, ma se ti diverti vincendo, devi anche sapere che è costoso, irrimediabilmente. Si possono fare soldi nel calcio, come Pozzo o come Cellino: ma non si vincono mai scudetti.

Di johnmaynard

Associate professor of economics of financial intermediaries and stock exchange markets in Urbino University, Faculty of Economics
twitter@profBerti

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