Bicchieri mezzi pieni.
Il supplemento del sabato del Sole 24 Ore, Plus 24, nella consueta rubrica “Chi sale” e “Chi scende” inserisce rispettivamente il gruppo della moda Aeffe spa e Landi Renzo (manifattura meccanica), con il seguente trafiletto: “Aeffe, nonostante la volatilità delle borse, prosegue a beneficiare del buon trend del mercato del lusso: il titolo sale da un anno (+171,6%) e anche nell’ultima settimana (+25,7%). Prosegue l’effetto della semestrale della società guidata da Massimo Ferretti: +16,6% del fatturato a 119,97 milioni di euro e +292% della marginalità lorda a 4,4 milioni.
Settimana borsistica difficile per la Landi Renzo guidato da Stefano Landi: -8,4% e -54,6% in un anno. Sconta un fatturato nei primi sei mesi sceso del 25,8% a 127,7 milioni di euro, un’ebitda in calo del 66,7%, a 10,9 milioni. I conti chiudono con una perdita di 2,4 milioni, contro l’utile di 18,5 milioni di un anno prima. Citigroup ha abbassato il giudizio a sell da hold.”
Non è un servizio, d’accordo, non c’è un affronto serio a partire dai dati di bilancio dei fondamentali aziendali. Ma c’è il consueto malvezzo giornalistico di presentare dati mescolati fra loro, peraltro, come nel caso di Ferretti, omettendone alcuni. Per esempio, che la società è anch’essa in perdita operativa, anche se meno di un anno fa: e che tale risultato migliorativo non si riflette sul risultato netto di gruppo (negativo quasi come un anno fa) causa oneri finanziari crescenti, dovuti ad indebitamento crescente (+16 mln.di € circa in 18 mesi, fino ad arrivare ad un indebitamento netto pari all’84,42% del fatturato). D’accordo, il MOL è tornato positivo e, ammesso che il risultato della semestrale si proietti sul bilancio di fine anno negli stessi termini e che i debiti non aumentino, il rapporto MOL/debiti finanziari sarà pari a 9, non proprio un gran segnale di solvibilità. Che la Borsa abbia premiato Aeffe ci può stare, la narrazione che il mercato azionario ci presenta non è credibile: ma che Aeffe, come tutte le griffes grande inserzionista di ogni tipo di giornale, sia presentata, sul più grande quotidiano economico italiano, come un gruppo che sprizza salute da tutti i pori non è il modo di fare giornalismo che ci aspetteremmo.