Non fate niente, stiamo fallendo!
Questo è il grido di dolore e di rabbia lanciato oggi, all’indirizzo del Ministro Matteoli, all’assemblea dell’ANCE, l’associazione nazionale degli imprenditori del settore edile e delle costruzioni. Ma potrebbe essere, più che un grido di dolore, un imperativo categorico. Riferisce il Corriere on-line che una imprenditrice ha spiegato: «Stiamo in una situazione drammatica, le nostre imprese chiudono e questo governo non fa assolutamente nulla. Se ne devono andare a casa». Sicuramente la situazione è drammatica, non potrebbe non esserlo dopo anni di bolla e di facili guadagni, che hanno condotto tante imprese “normali” di costruzioni a battere gli insidiosi sentieri della speculazione immobiliare. Altrettanto sicuramente mancando i denari, non si vede perché debba farsi carico di tutto questo il Governo, magari a scapito di qualche altro settore. Ciò che non si ha il coraggio di dire è che non solo è esplosa la bolla, ma che l’intero settore è in piena crisi da sovrapproduzione (o come direbbero i colleghi macro-economisti crisi da eccesso di offerta): ed in questi casi ciò che ci vuole sono proprio un po’ di fallimenti, che ripuliscano il mercato dai molti, troppi, competitori.