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Banca d'Italia BCE Crisi finanziaria Germania

Divorzi benedetti.

Divorzi benedetti.

La sede di Banca d'Italia

Sull’onda della generale arrabbiatura verso i tedeschi ed i loro sodali francesi, ma anche sulla scia di una nostalgia per la lira che ha ben poco di razionale (l’unica cosa di buono della lira, a parte le svalutazioni competitive, era che quando c’era lei io avevo 20 anni di meno) qualcuno si è messo a stigmatizzare il famoso divorzio fra Bankitalia e Tesoro, ovvero quel provvedimento che sancì il divieto per l’Istituto di Emissione di stampare moneta per acquistare il debito sovrano. L’errore di costoro sta nell’imputare al divorzio stesso la colpa della crescita del debito pubblico italiano che non solo stava già crescendo dagli anni ’60 e ’70 in maniera esponenziale ma che, soprattutto, non è stato agevolato dalla mancanza di un “sottoscrittore di ultima istanza.” Il debito pubblico italiano è stato agevolato da una cultura politica irresponsabile e clientelare, tesa ad approvare provvedimenti che fossero utili solo in chiave elettoralistica e non per il bene comune. Che dall’Euro abbia tratto benefici soprattutto la Germania, non c’è alcun dubbio. Ma che l’Euro “tedesco” serva a far finta che il nostro debito pubblico, consociativo e benedetto dall’intero arco costituzionale, non fosse da irresponsabili, questo no. Un po’ di sciovinismo va bene, l’ipocrisia no.

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Alessandro Berti Crisi finanziaria don Giussani Educazione Università

Spiegare la crisi (lezione quodlibetale a Scienze).

Spiegare la crisi (lezione quodlibetale a Scienze).

Domenica sera ho cenato a Milano in un appartamento di studentesse universitarie di scienze, di agraria, di farmacia, di matematica (c’era solo un economista, mio figlio). Niente di più lontano da quello che insegno normalmente, ma volevano parlare della crisi, capire, fare domande. A parte l’accoglienza e la condivisione del cibo, di cui le ringrazio, perché è il gesto più elementare che possano fare le persone fra loro (e Don Giussani non smetteva mai di ripetercelo) è stata una serata da ricordare, anzitutto per me stesso: dovevo prima di tutto scacciare la nostalgia per gli anni in cui ero come loro e facevo quello che fanno loro, per stare “sul pezzo” e lavorare con loro.

La prima cosa che mi sono detto era che sarebbe “andata bene” solo se fosse servita a me, per primo: ovvero se mi fossi messo in gioco io, se non avessi tenuto il ruolo dell’esperto che apre i misteri esoterici agli iniziati. Grazie di questo a mio figlio, che mi ha sempre riportato sulla terra, ogni volta che facevo fughe in avanti. Ci è voluto un po’, poi sono partite le domande, le questioni, grandi e piccole. Ripensando a ieri sera mi vengono in mente due cose: l’ideologia di cui siamo impregnati ed il bisogno di educazione.

L’ideologia ci impregna tutti, insieme al pregiudizio ci impedisce di stare di fronte alla realtà. Così molte domande scontavano la lettura dei giornali o la narrazione prevalente, oltre che, ovviamente, la non conoscenza dell’argomento. E, allo stesso modo, era più facile, cercando di capire, individuare un colpevole, piuttosto che lasciarsi interrogare su quale fosse il compito per sè. Per questo non ho potuto che pensare alla questione educativa ed a quello che è il mio lavoro, in università o in banca, con le persone che incontro, con gli amici e chiunque mi faccia domande. Compreso chiunque passi da questo blog e legga quello che scrivo.

Quando la serata è finita avevo qualche pensiero in più, è difficile in questo periodo fare finta che non stia accadendo nulla intorno a noi. Ma mi ero fatto domande anche io, una lezione quodlibetale, già bellissima in sé e per sé, lo è ancora di più se le domande che ti rivolgono non ti lasciano come eri, ma ti fanno continuare un lavoro. Grazie a Benedetta ed a tutte le sue amiche per la circostanza che mi hanno donato, spero di rivederle presto. E spero che non smettano di farsi domande, anzi, dopo ieri sera, se ne facciano ancora di più.

Grazie ad ognuna di loro

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Crisi finanziaria Ripresa

La crescita (di organi genitali maschili sulle conchiglie di mare).

La crescita (di organi genitali maschili sulle conchiglie di mare).

(Secondo il Financial Times: ndr) le manovre di bilancio di Monti «sono avvolte nella nebbia» e «gli italiani che hanno riposto fiducia in lui stanno diventando un po’ nervosi», dopo che «in cima all’agenda di un atteso cdm c’è stata la discussione di accordi bilaterali con le Mauritius e le Isole Cook (nella foto della testata, una spiaggia) e una legge per fermare dannosi sistemi antivegetativi sulle barche i cui effetti prevedono la crescita di organi genitali maschili sulle conchiglie di mare».

Dal Corriere della Sera on line.

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Crisi finanziaria Giulio Tremonti Ricchezza Sviluppo welfare

Un deplorabile iniziamento di socialismo in tutta l’amministrazione.

Un deplorabile iniziamento di socialismo in tutta l’amministrazione.

Questa materia, già lo sapete, è la ricchezza ossia gli averi del cittadino: dal quale l’autorità può chiederne quel tanto che ciascuno è obbligato a contribuire per bene comune. Or rispetto a questo, per primo corollario ne scende, non doversi chiedere ai sudditi se, non la contribuzione veramente necessaria al bene comune. Il che veniva espressamente dichiarato nell’assemblea del Corpo legislativo di Francia dal Ministro Magne: ma non sappiamo quanto fedelmente si osservi nei governi condotti secondo le teoria degli economisti moderni. In quelli veggiamo crescere ogni anno, smodatamamente le gravezze; e tanto più chiedersi, quanto più si è già ottenuto. Alle quali imposte se altri pretenda far argine, si sente rispondere non esser tocco finora, l’ultimo limite dell’imponibile: quasi il governo avesse il diritto a pigliarsi tutto ciò che al suddito non è strettamente necessario per mantenersi in istato. No, dicea quel Ministro nella tornata dei 18 Marzo 1861: il governo non dee domandare al paese se non i sacrifizii assolutamente necessari. Se la roba dei sudditi, come abbiam detto, non è roba dei governanti; se questi non hanno altro titolo per riscuoterne gravezze, se non l’obbligo che hanno i sudditi di cooperare al bene pubblico, e, l’impotenza di provvedervi senza tali riscossioni; procedere così coraggiosamente sino all’ultimo limite dell’imponibile, egli è un aver dimenticato la legge fondamentale in questa materia, ed è un deplorabile iniziamento di socialismo in tutta l’amministrazione.

p. L. Taparelli d’Azeglio S.J., La Civiltà Cattolica, 1860.

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Banche BCE Crisi finanziaria Fabbisogno finanziario d'impresa Giulio Tremonti Imprese Indebitamento delle imprese PMI Relazioni di clientela Silvio Berlusconi

Le imprese subprime e le conseguenze economiche dello spread.

Le imprese subprime e le conseguenze economiche dello spread.

Foto di Franco Monari

Mentre la stupefacente Angela Merkel loda le riforme italiane, non rendendosi conto che Monti non ha ancora fatto nulla, così come il suo predecessore Silvio Berlusconi, stupisce l’assenza dal dibattito della vera questione che turba (o dovrebbe turbare) i sonni dei banchieri: quella che riguarda la qualità del credito verso le imprese, ovvero i cosiddetti impieghi economici (mentre i titoli di Stato sono impieghi finanziari). Oggi, durante un seminario, mi è stato chiesto da un funzionario addetto ai fidi di una “banca del territorio” quali parole dovesse usare per spiegare ad un imprenditore che deve chiudere, quali fossero gli argomenti da usare, quali i termini per convincerlo ad abbandonare la partita. Non era un discorso fatto tanto per passare il tempo, era serio; ed io altrettanto seriamente ho cercato di rispondere, spiegando ciò che ultimamente mi pare essere sempre di più l’acqua calda, ovvero i fondamentali che dicono se un’impresa sta in piedi e perché. La riflessione, amara, che rimane dalla giornata di oggi riguarda l’incapacità, persino per la banca di relazione, di rapportarsi seriamente fino in fondo con i propri clienti: non per incapacità, non per difetto di competenza. Letteralmente, per inesperienza. Non riescono a pensare se non ad una relazione che va sempre bene, che non ha problemi e che, se li ha, li ignora (come con le operazioni di consolidamento e con la moratoria). Quanto alle imprese, il panorama è ancora più desolante, tanto più riflettendo a quello che accadrà a breve quanto gli effetti dello spread si ripercuoteranno sui tassi attivi praticati alle Pmi. Non è difficile immaginare che si leverà alto il lamento delle Pmi, vessate dal sistema bancario: quello stesso sistema, incapace di aiutare le imprese a comprendere l’importanza del capitale di rischio quando ancora si poteva fare qualcosa. Adesso, forse, non resta davvero che usare la scure.

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BCE Crisi finanziaria Germania

35% (Verbreitung).

35% (Verbreitung).

Col traduttore (tutto ciò che so di tedesco è Rummenigge, Matthaeus, Brehme), 35% di spread, ovvero di Bund non acquistati. Come dice il Foglio, anche i bund nel loro piccolo si incazzano. La notizia forse non è del tutto negativa: potrebbe spronare qualcuno a Berlino al realismo, a lasciare libera la BCE di comportarsi come una vera e propria banca centrale e non come la caricatura che ne ha fatto la Bundesbank. In ogni caso, alla fine di questa giornata, restano due domande inevase: quei 35 miliardi che mancano chi se li compra dalla Bundesbank, che li ha comprati al posto dei mercati? quando è la prossima asta del tesoro francese?

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CdO Crisi finanziaria don Giussani Educazione Ripresa

Una questione antropologica (persone che dicono IO e MIO liberamente).

Una questione antropologica (persone che dicono IO e MIO liberamente).

Alla base sta quindi un problema antropologico: volere tutto subito, senza nessuna relazione con il bene degli altri, promovendo un individualismo istituzionalizzato, sempre più sfrenato, che nega contro ogni ragione qualsiasi interdipendenza fra gli uomini, ed è irresponsabile verso le future generazioni.  E questo non è in prima istanza un problema morale, ma un problema della ragione: è contro l’evidenza negare la relazionalità come elemento essenziale per la vita umana ed è contro la ragione non ammettere che la ricerca del profitto e del potere a tutti i costi affligge il desidero di verità e di giustizia che ognuno porta dentro di sè.
I problemi politici ed economici che oggi dobbiamo affrontare nascono da un tradimento del desiderio umano, da un tradimento delle sue esigenze originali. Questo tradimento affonda le sue radici in una posizione umana, in una concezione dell’umano che si propone apparentemente come salvifica e risolutiva, ma si rivela sempre più insufficiente e fragile, e purtroppo anche gravemente dannosa. Per questo oggi siamo di fronte ad una scelta:  o vogliamo essere schiavi degli eventi sempre più imprevedibili e incerti, cercando di inserirci nei diversi tentativi  di vecchie o nuove egemonie politiche e economiche, oppure vogliamo essere protagonisti  di un cambiamento, vivendo e promovendo  il lavoro e le opere come espressione di una esperienza umana diversa, autentica, come soggetti che aprono dentro questa società spazi per una nuova socialità.
A noi come CDO interessa che ognuno possa diventare protagonista delle propria vita, del proprio lavoro, dei rapporti  e delle relazioni, ci interessa che ognuno emerga nella sua diversità e possa contribuire proprio attraverso questa diversità al bene dell’impresa dove lavora e del territorio in cui vive. Questa  non è una questione di discorsi ma di persone, non di progetti, ma di soggetti.
Tanto è vero che esistono tantissimi progetti politici, economici, culturali a tutti livelli, comunali, nazionali, internazionali che sono fermi, che procedono a stento o non riescono neanche a essere realizzati proprio perché mancano i soggetti – persone che dicono “IO” e “MIO” liberamente, senza calcoli, senza interessi nascosti, ma con un’ultima gratuità e con piena trasparenza. E questi due termini  –gratuità e trasparenza (fiducia)-  mi stanno molto a cuore.
Bernhard Scholz Milano, 19 novembre 2011
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Banche BCE Silvio Berlusconi

On the edge of the financial and social disaster.

On the edge of the financial and social disaster.

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Banche BCE Crisi finanziaria Economisti Liquidità

Our people will suffer avoidable and potentially lasting damage.

Our people will suffer avoidable and potentially lasting damage.

Central bank officials have wasted too much time over the last year worrying about how their institutions would appear to markets, to politicians and to the public, were they to undertake more stimulus. Sometimes you have to do the right thing even if the benefits take time to become evident. If we do not undertake the monetary stimulus that the grim outlook calls for, then our economies and our people will suffer avoidable and potentially lasting damage.

Adam Posen

New York Times, 21 novembre 2011

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Crisi finanziaria Giuliano Ferrara Giulio Tremonti Silvio Berlusconi

Lettere ad improvvidi incapaci (non leggete la realtà).

Lettere ad improvvidi incapaci (non leggete la realtà).

Caro senatore Bondi, lei se la conta giusta. Anche troppo giusta. Avete condotto al disastro una grande avventura politica, e alla fine avete anche ammazzato, imbavagliandolo, il suo e vostro padre, Berlusconi. L’ipocrisia, peraltro da noi scarsamente frequentata anche nelle dure battaglie difensive di questi anni, è finita. Non siete una classe dirigente.

Non leggete i libri e i giornali e i documenti giusti, non leggete la realtà che confligge con la vostra vanità, siete stati ineffettuali e autoreferenziali, non sentite il peso della opinione popolare e non sapete trattare le élite, vi siete comportati da isterici in difetto di volontà. L’attenuante del circo mediatico-giudiziario e di una Repubblica dei parrucconi, che vi hanno perseguitato con notorio accanimento, è appunto solo l’attenuante di un giudizio di severa e inappellabile condanna. Non altezzoso, ma definitivo. Militante, per così dire. Punto.

Sopra tutto, nell’ultima e ingloriosa curva avete buttato a mare l’unica riforma coraggiosa e decisiva che avevate prodotto con l’anomalia felice di Berlusconi: un paese sorridente e padrone di sé, un paese che vota quando si cambia il governo, con i suoi vizi odiosi ma con la capacità di dirsi e di dire la verità a un’Europa sempre più arcigna, a banchieri sempre più volitivi che si preparano a fare deflazione e recessione con un prelievo bestiale per la ricapitalizzazione del debito pubblico.

Tremonti ha responsabilità ovvie, ma bisognava dirlo a tempo, quando tentammo l’ultima battaglia per la crescita economica. Un debito che non era vostra esclusiva responsabilità, che era sostenibile e che è scoppiato perché Merkel e Sarkozy hanno deciso di deridere Berlusconi e la democrazia in Europa. Non essendo fazioso, apprezzerò, se saranno accettabili, le cose buone fatte dal governo del Preside, segno di sospensione della democrazia e di avvilimento dell’Italia a stato minore, a nazione commissariata, perché credo nel gioco duro ma corretto, ma l’operazione politica che lei mi vuole giustificare, con argomenti purtroppo penosi di scaricabarile, la denuncio come una vergogna istituzionale e come una sconfitta per tutti, sinistra e destra.

Giuliano Ferrara, Il Foglio, 19 novembre 2011