Una prognosi riservata è sempre meglio di un autopsia postuma.
(..) Se una certezza esiste, riguarda l’insostenibilità della pretesa autodeterminazione di uno stato in bancarotta: né con l’Europa delle banche né senza l’Europa che tappa le voragini di bilancio ateniesi.
Ma così è chiaro che non si va da nessuna parte, il principio di (non) contraddizione è una gemma aristotelica e in Grecia oggi vale doppio: se il popolo ellenico, come sembra evidente, decide di sottrarsi ai pesantissimi interventi sulla spesa pubblica previsti dal suo esecutivo, non ha altra via se non l’uscita dall’euro. Disseppellisca dunque la dracma, cerchi un suo modello di decrescita sostenibile, abbandoni l’eurodelirio circostante e si affidi al suo Dio ignoto. Tertium non datur. L’Europa pagherà conseguenze assai gravose, ma una prognosi riservata è sempre meglio di un’autopsia postuma.
Il Foglio 1 novembre 2011