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Mario, stai lontano dalla mia vita e dal mio portafoglio.

Mario, stai lontano dalla mia vita e dal mio portafoglio.

Per quel che valgono le considerazioni di un professorino di provincia, l’ipotesi di un incarico a Mario Monti non mi piace. Non è in discussione la competenza del grande economista, tantomeno il suo kilometrico curriculum vitae. E’ in discussione la sua non-nomina da parte del popolo sovrano, la sua chiara provenienza dalle élites -i c.d.poteri forti- che sanno sempre cosa fare meglio degli altri, soprattutto se con i soldi degli altri. Il milieu di Monti è quello della buona borghesia milanese e della finanza illuminata, quella che ha fatto del nostro sistema economico-finanziario un capitalismo straccione, senza capitali (e basterebbe riandare alla privatizzazione Telecom o ad altre storie similari per chiarire il concetto).

Infine, last but not least, Monti è bocconiano. Ovvero proviene da quella università che, lungi dall’aver messo in guardia contro la crisi, esprime, soprattutto nelle materie che il sottoscritto insegna, banche ed intermediari finanziari, il mainstream degli ultimi 10/15 anni: la creazione di valore a tutti i costi. Non abbiamo bisogno di essere ripuliti con una patrimoniale, non abbiamo bisogno di qualcuno che ci tratti da deficienti: voglio dirmelo da solo, del caso, per avere votato sino ad ora Silvio Berlusconi. Proprio per questo, anzi, solo per questo, Sig.Presidente della Repubblica, ci lasci votare presto, è molto meglio votare.

Grazie.

Di johnmaynard

Associate professor of economics of financial intermediaries and stock exchange markets in Urbino University, Faculty of Economics
twitter@profBerti

8 risposte su “Mario, stai lontano dalla mia vita e dal mio portafoglio.”

prof.Ripani, se tu non fossi un bocconiano non saresti tu: ma se tu fossi solo quello sarebbe tremendo. Grazie per l’endorsement, non credo mi diano l’incarico.

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Il 1° art. della Costituzione sancisce: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Ma allora ci si chiede, cosa desidera il popolo sovrano? Non basta “nominare qualcuno” per sconfiggere la crisi ma serve coerenza, consapevolezza, desiderio e impegno di un vero cambiamento. Cominciando dalle riforme. La prima sostanziale, la riforma politica. Non vantaggi per chi agisce per schieramenti di potere ma per il bene comune, di tutto il popolo. Eliminare sprechi di denari con la riduzione del n. dei parlamentari…e loro stipendi…eliminare i previlegi e far in modo che ognuno riconosca il proprio ruolo politico, in modo decisivo. Senza cambi di direzione!!!

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Infatti non credo basti nominare qualcuno: se quel qualcuno non lo ha eletto il popolo, mi sentirò sempre un po’ ridotto e limitato. Sinceramente, non credo che il problema sia il costo della politica, se non come esempio: ma c’è da lavorare molto più a fondo,anzitutto sull’educazione del popolo, come ci ha insegnato don Giussani. E’ un lavoro per ognuno di noi.

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Buonasera Prof.
Grande stima per il Prof. Monti
Grandi dubbi sui governi tecnici
Pessima considerazione dei ribaltoni (pur avendo pessima opinione del nostro ex Pres. del Consiglio e della sua corte di Ministri e Sottosegretari)
Poca fiducia nei Bocconiani (mi sembrano affetti da eccesso di autostima pertanto miopi all’economia reale)
Purtroppo però non abbiamo scelta e non possiamo permetterci una campagna elettorale in questo momento…

Diego

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Buonasera Diego. Il fatto che noi ci si trovi messi alle strette dallla strana coppia “marito di Carla Bruni”+”simpatica moralista luterana” non significa che qualunque situazione vada bene. Il problema di Monti non è lui, ovviamente (e ci mancherebbe che lo fosse un grand commis d’état): è quello che rappresenta, la cultura che rappresenta, la soluzione che rappresenta per molti a cui non piace che il popolo decida. Qualunque cosa scelga Napolitano, a noi non resta che lavorare seriamente, forse, anzi certamente, più di prima.

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Con rispetto parlando per il nostro anonimo interlocutore, penso che siamo in una condizione un po’ diversa da coloro che uscivano dalla Repubblica di Weimar (iperinflazione e quanto altro). Mi pare che siamo maturi per scegliere e decidere: non c’è garanzia di non sbagliare, ma preferisco che sia uno sbaglio democratico.

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