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Banche Giulio Tremonti Indebitamento delle imprese Mutui e tassi di interesse PMI Silvio Berlusconi

Perché non si può essere indifferenti allo spread.

Perché non si può essere indifferenti allo spread.

I differenziali di tasso fra Bund e BTP sono stati definiti, dai difensori del Governo dimissionario, come l’espressione di una congiura dei due pasticcioni franco-tedeschi (qualcuno, se non sbaglio, ha parlato anche di signorina spread), nonché della finanza internazionale ed altre amenità. Con il che sottacendo un effetto disastroso (Il Fatto Quotidiano lo ha chiamato l’effetto B. sulle banche), quello che ha generato l’immediato rialzo dei tassi attivi, quelli che le banche praticano sui tassi alla clientela. Il perché ciò accada non è difficile da capire, anzi è molto semplice: i titoli di Stato hanno rendimenti elevatissimi, che fanno concorrenza ai tassi passivi che le banche applica(va)no alla clientela. In questo momento, se va bene, le banche raccolgono offrendo tassi al 4/5 %: ne deriva che i tassi attivi non possono che essere più alti, portandosi, sui finanziamenti a breve termine, perlomeno sul 7% o più, per i prenditori più rischiosi. A questo punto l’indebitamento delle Pmi, elevato in tempi normali, elevatissimo in tempi di crisi, non può che diventare insostenibile. Questo comporta lo spread, tutto il resto non ha importanza. Ci si risente lunedì.

Di johnmaynard

Associate professor of economics of financial intermediaries and stock exchange markets in Urbino University, Faculty of Economics
twitter@profBerti

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