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Libere tariffe per liberi clienti.

Libere tariffe per liberi clienti.

Dunque ci siamo, il Governo ha reso noto il testo del decreto sulle liberalizzazioni. A parte i taxi, che dovrei prendere il 23 sera a Palermo (ci sarà un bell’abusivo ad aspettarmi?) mi colpisce l’abolizione di tutte le tariffe, minime, massime ed anche intermedie. Fine, ci vogliono preventivi accettati, senza preventivi si viola la deontologia, ergo sanzioni etc…

Tutto bene dunque? Sono stato -sono ancora, anche se non faccio più nulla o quasi di quanto facevo 20 anni fa- dottore commercialista e ricordo bene le tariffe in vigore all’epoca; mi ricordo come le guardassi spesso, quasi fidando di riuscire di trarre da esse conforto e giovamento per un lavoro che avevo iniziato facendo lo studio in cucina. Guardavo le tariffe e moltiplicavo quello che c’era scritto per i lavori che avrei potuto fare o che stavo facendo e per i quali, in verità, non sapevo cosa chiedere. Capii in fretta a cosa servivano le tariffe: quasi a nulla. Si applicavano ai lavori fatti per la legge, ai lavori per il tribunale, alle perizie, ai fallimenti. Oltre che ai collegi sindacali (e chi ti dava un bel collegio sindacale a 25 anni?) ed a poco altro, tutto il resto era già, un quarto di secolo fa, contrattato preventivamente. E c’erano già, un quarto di secolo fa, gli abusivi; mai impuniti più impuniti di questi, a parte forse i parcheggiatori napoletani, hanno calcato le scene italiane.

E’ cambiato qualcosa da allora? A partire dal 1993, l’anno del modello 740 “lunare” così definito dal molto dimenticabile presidente Scalfaro, io ho smesso di fare il commercialista e mi sono occupato solo di banche ed imprese, o quasi. Ma non ho smesso di guardare quanto accadeva in quel pianeta che un tempo era anche il mio; notando che le cose si complicavano sempre di più, che occorreva studiare, esaminare, approfondire in continuazione l’alluvione normativa nel frattempo intervenuta.

So, what? A cosa serve liberalizzare le tariffe? Probabilmente a fischiare l’inizio di una rissa furibonda ai piani bassi del mercato, già affollato da associazioni di categoria, consulenti del lavoro ed amministratori di condominio. Quanto ai piani alti, nessun imprenditore serio cercherà il commercialista in funzione della tariffa, non per le pratiche importanti, non per i lavori che necessitano di intelligenza, esperienza, preparazione: e nessun commercialista accetterà di fare lavori di responsabilità senza adeguata ricompensa (cfr.la liberalizzazione da burla del precedente governo sui collegi sindacali). Tutto questo alzerà il PIL? Ne dubito, così come lo dubito per i taxi (se lo è chiesto anche Pierluigi Battista).

Quanto ai taxi, questa è bellissima

Di johnmaynard

Associate professor of economics of financial intermediaries and stock exchange markets in Urbino University, Faculty of Economics
twitter@profBerti

Una risposta su “Libere tariffe per liberi clienti.”

Queste liberalizzazioni non sono altro che redistribuzione del reddito – anzichè un notaio molto ricco, ce ne saranno tre ricchi… non è forse il caso di intervenire sui monopoli? Ferrovie, municipalizzate, reti di infrastrutture (gas, telefoni) e via elencando. Cosa ha portato una liberalizzazione senza regole nelle banche? Solo maggiore moral hazard, e costi in continuo aumento; sicuri che nelle professioni non sarà lo stesso (temo in particolar modo nel caso delle farmacie). P.S. peccato originale dei tassisti: acquistano una licenza a 200.000 euro per avere i redditi da fame. Sono poco accorti o dei bei filibustieri???
Grazie JM
Marco

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